Ciclista travolto e ucciso da un operaio 35enne padre di due figli

auto_bruciata_incidente_ciclista_morto
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di Emilio Orlando
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Martedì 5 Maggio 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:55
«Non mi sono accorto di aver investito il ciclista, avevo il sole in faccia che mi impediva di vedere bene». Ma la sua versione non poteva essere verosimile dato che, dopo l’incidente, è andato a casa e - in tutta tranquillità - ha portato il cane a spasso simulando il furto e l’incendio della macchina, che infatti è stata trovata a poca distanza dalla sua abitazione. Così la confessione del pirata della strada che sabato sera ha investito ed ucciso Giovanni Pala, il perito edile di 56 anni all’altezza del civico 1115 di via di Boccea, non è servita per scagionarlo. Si tratta di un operaio 35enne sposato e padre di due figli, residente a poche centinaia di metri da dove è avvenuto l’incidente. 
Gli investigatori del comando generale della polizia locale di Roma Capitale sono risaliti a lui attraverso elementi emersi sulla scena del crimine. Durante l’urto con l’uomo in sella alla biciletta, infatti, dalla Fiat Panda vecchio modello si era staccato lo specchietto retrovisore destro, che i detective dei caschi bianchi hanno ritrovato vicino alla vittima. 
La tragedia è avvenuta sabato nel tardo pomeriggio, intorno alle 19, quando Giovanni Pala stava rientrando a casa della madre dove stava trascorrendo la quarantena. 
A fare la macabra scoperta del corpo del ciclista, morto dopo atroci sofferenze in mezzo ad un prato mentre stringeva in mano un ciuffo d’erba, è stato un giovane di 17 anni che ha visto la bicicletta sul ciglio della strada. Ora l’investitore fuggito rischia una condanna fino a 18 anni di carcere per omicidio stradale ed omissione di soccorso, reato per il quale è anche previsto “l’ergastolo” della patente.
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