«Vogliamo sapere che cosa è successo dopo l’incidente in cui è morto Alessandro, chi ha visto e sa parli». È l’appello disperato di Erica e Sergio Femia, sorella e fratello di Alessandro Vincenzo Femia, il venticinquenne morto carbonizzato nell’incidente stradale avvenuto sabato notte a Centocelle. Uno schianto avvolto nel mistero, con poche luce e tante ombre legate alla dinamica, dove la Procura di Roma ha aperto un fascicolo d’indagine, a carico di ignoti, con l’ipotesi di reato di omicidio stradale.
Nell’impatto tra l’autobus a metano della linea N95 e la “Volkswagen Scirocco” si è innescato un incendio, con una nuvola di fuoco che ha avvolto la parte anteriore della macchina dove si trovava la vittima, rimasta carbonizzata. Dai primi rilievi della polizia municipale è emerso che la “Volkswagen” andava a velocità elevatissima, sopra i cento chilometri l’ora e quando ha superato l’incrocio, non rispettando lo stop, ha invaso via dei Castani scontrandosi contro il mezzo pubblico.
Secondo alcune testimonianze, al vaglio della polizia Roma Capitale del gruppo Casilino, a bordo dell’automobile ci sarebbe stata anche un’altra persona fuggita a piedi, come anche all’interno del bus un passeggero si sarebbe allontanato di corsa.
Le ultime persone ad aver visto in vita Alessandro sono state la fidanzata e un amico che, stando al suo racconto, sarebbe rimasto in compagnia della vittima fino a mezz’ora prima della tragedia.