L’influenza fa paura, perché rischia di sovrapporsi ai pazienti contagiati dal Covid creando il panico. Non è la prima volta che i medici di famiglia romani suonano l’allarme ma stavolta si tratta di un appello davvero accorato. «Finora è come se i virus influenzali si fossero accomodati in panchina - dicono - lasciando la scena solo al coronavirus, però tra poco la situazione non resterà la stessa. E, se non buona parte della popolazione a rischio, non sarà stata vaccinata, sarà davvero impossibile far fronte ai malati di influenza e a quelli che si contagiano con il Covid».
I NUMERI. Nel Lazio sono state effettuate, fino al 9 novembre, 777 mila vaccinazioni; 713 mila da parte dei medici di medicina generale, 33 mila da parte dei pediatri di libera scelta e 31 mila nei centri vaccinali delle Asl della Regione Lazio. «Ma ci sono ancora problemi nella distribuzione, occorre quindi velocizzare - sottolinea Pierluigi Bartoletti, segretario capitolino della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) - Ad esempio, ci sono difficoltà nell’Asl Roma 1».
CLIMA FAVOREVOLE. Bartoletti, che è anche responsabile delle Uscar del Lazio (ovvero i team di medici e infermieri che operano nei drive-in e sul territorio per la somministrazione dei tamponi rapidi, allarga le braccia e alza gli occhi al cielo: «Una mano ce la sta dando anche il bel tempo, l’aria non è fredda e non c’è pioggia che sono condizioni più favorevoli alla diffusioni dei virus influenzali».
TAMPONI RAPIDI. Tra pochi giorni, grazie all’accordo integrativo sottoscritto tra la Regione Lazio e la Medicina generale (che recepisce l’accordo nazionale per effettuare i tamponi rapidi antigenici), arriveranno 200 mila test antigenici rapidi ai medici di medicina generale. Inoltre, dalla prossima settimana, in alcune farmacie del Lazio sarà possibile eseguire i test sierologici e i tamponi antigenici rapidi con oneri a carico del cittadino e tariffe calmierate.
I CASI DI IERI. «Se entro due settimane non si abbasserà la curva, anche il Lazio finirà in zona rossa - il monito dell’assessore regionale alla Salute, Alessio D’Amato -. Solo un folle potrebbe ipotizzare feste con assembramenti a Capodanno». Ieri è stato superato il triste primato dei 1550 morti da inizio pandemia, 2.479 i nuovi casi.