Roma, nomadi rom uccidono anziana a bastonate per rapina a Monte Sacro: condannati

Roma, nomadi rom uccidono anziana a bastonate per rapina a Monte Sacro: condannati
di Adelaide Pierucci
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Sabato 30 Maggio 2020, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 14:35

Un omicidio brutale, non un incidente. È stato condannato a 24 anni di carcere Micky Trajkovic il 19enne rom che nel maggio del 2019 durante un furto in appartamento a Monte Sacro a Roma ha ucciso con una bastonata la padrona di casa, la 90enne Anna Tomasino, per evitare che chiedesse aiuto.

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Con la stessa sentenza, emessa ieri, la III Corte di Assise ha condannato a 16 anni Darko Kostic il complice che stava rovistando l’appartamento con lui, e a 8 anni e 10 mesi ciascuno i pali che attendevano in macchina, ossia Bidam Sulemanovic, Dylan e Dennis Trajkovic, come i cugini 20enni e del campo di via Gordiani. Omicidio volontario e rapina: per i ladri che sono entrati nell’appartamento di via Pizzo Bernina arrampicandosi fino al secondo piano hanno retto le contestazioni più pesanti.

Trajkovic, infatti, non è stato creduto dalla Corte: la giustificazione che la donna avesse battuto la testa scivolando non ha retto. Come non ha convinto la versione di Kostic che ha riferito di aver sentito solo un tonfo, ma di non aver visto la scena perché impegnato a rubare in un’altra stanza. Per il resto della banda è stato riconosciuto il reato di concorso esterno nell’omicidio. 

Complessivamente le pene sono state mitigate rispetto alle richieste della procura che puntava a novant’anni di carcere. Ed esattamente 27 anni e 19 anni per i ladri penetrati nell’appartamento e 14 e 15 per chi era rimasto a vigilare all’esterno. L’autista e i pali del furto, come aveva argomentato nella requisitoria il pm Edmondo De Gregorio davanti alla Corte d’Assise, presieduta dal giudice Paola Roja, «pur non volendo compiere il delitto, visto il giorno e l’ora, una domenica sera alle nove, si potevano prefigurare la possibilità che all’interno dell’abitazione ci fosse qualcuno e che i complici potessero intervenire nel peggiore dei modi, compiendo reato più gravi». 

La pensionata era al telefono cordless con un’amica quando ha avvertito dei rumori. «Ho sentito un botto, vado a vedere in salotto», le ha detto. Da quel momento all’altro capo della cornetta sono sopraggiunte solo per un attimo delle urla e poi il telefono è rimasto isolato. Quindi l’allarme era scattato. Un vicino avendo sentito un tonfo si era affacciato scorgendo uno dei ladri lanciarsi da una tettoia. Con le chiavi del portiere poi altri inquilini erano entrati nell’abitazione per soccorrere l’anziana, morta però l’indomani in ospedale. Per l’avvocato Domenico Naccari che assiste Kostic e Sulemanovic, però, non sarebbe stata raggiunta «la prova delle percosse», «l’appello è scontato». La nuova normativa che vieta il rito abbreviato in caso di reati punibili con l’ergastolo aveva impedito agli imputati la possibilità di uno sconto del terzo della pena, nella fase preliminare.

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