Riforma della Giustizia, maxi adesione dei magistrati romani alla protesta dell'Anm: ma non si sono astenuti dalle udienze

Riforma della Giustizia, maxi adesione dei magistrati romani alla protesta dell'Anm: ma non si sono astenuti dalle udienze
di Emilio Orlando
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Lunedì 16 Maggio 2022, 19:06 - Ultimo aggiornamento: 18 Maggio, 09:24

«Non scioperiamo per protestare ma per essere ascoltati». E' stato questo lo slogan che ha “intitolato”, la mobilitazione dei magistrati di oggi. La riforma dell'ordinamento giudiziario, in corso di approvazione in Parlamento, “non migliorerà affatto la qualità e la funzionalità del servizio”. È quanto si legge in una nota della giunta dell'Anm di Roma e del Lazio, secondo la quale, “la riforma è predisposta per un'insensata rivalsa contro la magistratura, fatta senza ascoltarne il punto di vista”.

In occasione dello sciopero dei magistrati proclamato dall'Anm, è stata organizzata un'assemblea, nella sede della Corte d'Appello: tra i relatori, i giudici Emanuela Attura e Valerio Savio, il pm Eugenio Albamonte, segretario di Area, e il presidente della Camera Penale di Roma, Vincenzo Comi e l'avvocato Filippo Maria Giorgi dell'associazione dei giuslavoristi.  Una tavola rotonda che ha spiegato  i punti di maggiore criticità e che rischierebbero, con l'introduzione di alcune riforme, di far traballare l'apparato giustizia con pesanti ripercussioni sulla cittadinanza.

Durante il dibattito sono intervenuti anche il sostituto procuratore Mario Palazzi e Rocco Maruotti e il giudice per le indagini preliminari Livio Sabatini. In tribunale a Roma tanti, pur contestando la riforma, hanno deciso di non astenersi dal lavoro.  In altre aule si chiarisce che, a causa dello sciopero, vengono trattati solo i fascicoli i cui imputati siano detenuti o processi per direttissima.

“Gerarchizzare gli uffici giudiziari, eliminare il pluralismo nella rappresentanza della magistratura, separare e isolare il pubblico ministero, incentivare la competizione ed il carrierismo, introdurre una visione del processo penale come una gara in cui si vince o si perde - prosegue la nota - Non è di questo che hanno bisogno i cittadini, ma di una magistratura capace di offrire risposte competenti e indipendenti, capace di dire di no alle pressioni del più forte, indifferente alle aspettative della politica o dell'opinione pubblica. Non il timore per la propria carriera o l'aspettativa di vantaggi per il proprio futuro deve animare chi giudica”. “Il dato statistico non ci accontenta - spiega Emanuela Attura, segretario della Giunta esecutiva distrettuale - Dobbiamo lavorare per riportare i colleghi negli spazi comuni”. 

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