Psico killer, il romanzo di Amy Pollicino e il fantasma di Scott Fitzgerald s’aggira all’Hotel Quirinale

Psico killer, il romanzo di Amy Pollicino e il fantasma di scott fitzgerald s aggira all Hotel Quirinale
Psico killer, il romanzo di Amy Pollicino e il fantasma di scott fitzgerald s’aggira all’Hotel Quirinale
di Renato Minore
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Agosto 2021, 17:31 - Ultimo aggiornamento: 19:28

Psyco killer” di Amy Pollicino racconta una storia dei nostri giorni. Ci porta dentro quelle fabbriche dell’immaginario che sono le grandi serie televisive: i modi e le scelte che le orientano, le persone e le professioni che ne sono coinvolte, le sopraffazioni dell’uno sull’altro, le decisioni, gli umori.

Michele Amaro, il gran capo, il protagonista, è un uomo di successo, un intellettuale che usa il suo potere per colpire e annullare chi gli sta accanto. Una manipolazione la sua che passa anche attraverso la seduzione fisica e così capita che. Un Andrea Sperelli dannunziano dei nostri giorni: cinico, vittorioso e insieme sconfitto, in lui si incarna una sorta di spirito del tempo. Volatile e predatorio, cancella ogni dubbio azzannando chi si mostra o è più debole.

Il lettore lo trova in azione mentre promette e boccia programmi. Inganna chi aspetta lavoro da lui. E si trova a rincorrere le due donne che gli sono state vicine, della cui fragilità ha approfittato, improvvisamente scomparse. È una sorta di lunga promenade la sua e quella del lettore che cerca di acciuffarlo nei suoi ondivaghi stati d’animo. Un attraversamento, insieme reale ed onirico, che passa per la Roma delle grandi feste in villa con piscina del produttore, tra Fellini e Sorrentino. E per un’altra Roma, quella fasciata di ombre dell’Hotel Quirinale dove s’aggira un misterioso alter ego o interlocutore di Amaro. Uno Scott che è (e non è) proprio lui, Scott Fitzgerald che in quel luogo quasi un secolo prima visse intensamente e drammaticamente.

E che ora è una voce interna (ombra? apparizione? fantasma?) con cui Amaro dialoga, si specchia, s’invola nella sua stessa storia.

Mescola ciò che tocca con ciò che sogna, la sua ricerca delle donne scomparse con altre apparizioni di ieri e di oggi che s’aggirano in quei non luoghi della psiche, tra cui un comico e quasi gaddiano poliziotto.

Il transito graduale alle voci che si identificano in Scott, o chi per lui, diventa anche una intelligente metamorfosi di genere. Messinese trapiantata a Roma, allieva di Bellocchio, story editor di cinema e televisione, poetessa, Amy Pollicino sa coltivarla col dosaggio di una scrittura ben rodata da una doppia competenza: quella letteraria di lettrice colta e quella più “mediatica” con i suoi tempi e la sua velocità nel montaggio delle scene. Il ritratto di un uomo del nostro tempo, un fragile e astuto chierico dei media alla ricerca di una sua identità, diventa anche una sorta di thriller sospeso nel sogno o nel delirio delle sue apparizioni. E anche una ghost story che capovolge il senso stesso della vicenda con tutti i suoi conflitti e le sue improvvise irradiazioni.

Potrebbe anche essere il punto di ingresso inatteso per far luce (una qualche luce) su questa storia anche crudele di sopraffazione e di vanità maschile e del suo complesso dipanarsi tra dissimulazioni e dilatazioni oniriche. I fantasmi , la loro surrealtà, sono anche una maniera per fare i conti con la nostra ambigua, sofferta, realtà. Mentre si fabbricano le storie televisive che riempiono le nostre giornate, ci si danna e ci si diverte a far sì che esse un po’ ci somiglino, un po’ ci si soprappongano, un po’ (come si suole dire) facciano anche sognare. O magari soffrire quel tanto che serve e, possibilmente, fa anche ascolto.

Amy Pollicino, Psyco killer

Perrone editore, 282 pagine 18 euro

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