Ponte Milvio, la movida diventa oro per 'ndrangheta e gang albanesi

ponte milvio_roma_movida
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di Emilio Orlando
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Mercoledì 10 Giugno 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:29
Fiumi di droga per la movida romana di Ponte Milvio, il business è nelle mani di ‘ndrangheta e narcos albanesi. La direzione distrettuale antimafia capitolina sta infatti indagando sui fiorenti traffici di stupefacenti nei luoghi chic del divertimento notturno di Roma. 

Provenienti dalla Calabria e dall’Albania, le gang criminali si sono “spartite” la movida di Ponte Milvio. I locali storici, che una volta erano botteghe di artigiani e negozi, nel giro di un quinquennio sono stati trasformati quasi tutti in pub, wine bar e punti di aggregazione dell’entertainment riciclando i soldi della ‘ndrangheta, che si è alleata con la criminalità albanese a proposito dell’importazione della cocaina.

“Polvere bianca” che viene poi spacciata e venduta ai frequentatori della vita notturna di Roma nord, che troppo spesso non disdegnano di essere in cerca di sballo. 

Un giro d’affari enorme, secondo gli investigatori, che da tempo hanno acceso i fari su alcuni personaggi in odore di mafia che hanno acquistato oppure creato ex novo sia pub che “apery bar”. Milioni di euro che,ogni anno, finiscono nelle tasche di colletti bianchi, uomini cerniera e facilitatori. 

La nuova geografia criminale romana, sancita appunto dall’ingresso dei narcotrafficanti albanesi nelle notti della Capitale, è stata ridisegnata dopo gli arresti del 2014 legati all’inchiesta “Mafia Capitale” ed in particolare con quello di Massimo Carminati, alias “Cecato”, che ha lasciato un vuoto nella gestione degli affari criminali nel quadrante nord di Roma. Una presenza ingombrante. 

Gli albanesi si sono imposti, sempre secondo la procura, ricorrendo ad agguati armati, omicidi e gambizzazioni. Dubbie ed ambigue acquisizioni di attività - ma anche cessioni e subentri in rami d’azienda di società che gestiscono i locali della movida - sono ora sotto la lente d’ingrandimento attenta degli inquirenti. Investimenti notevoli, che sembrerebbero derivare proprio dal reimpiego di enormi capitali del narcotraffico. 
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