Ncc, sit-in a piazza della Repubblica. Tensione con la polizia. Bruciato il manichino di Luigi Di Maio

Ncc, sit-in a piazza della Repubblica. Tensione con la polizia. Bruciato il manichino di Luigi Di Maio
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Giovedì 27 Dicembre 2018, 14:04 - Ultimo aggiornamento: 21:01

Diverse centinaia di lavoratori Ncc provenienti da tutta Italia protestano in un sit-in a piazza della Repubblica a Roma contro il decreto legge, approvato dal Consiglio dei ministri, che disciplina i noleggi con conducente. I sindacati delle categoria hanno anche spiegato che nel pomeriggio una delegazione sarà al Quirinale per chiedere a Mattarella di non firmare il decreto e per spiegare le proprie ragioni. In piazza molti manifestanti sventolano bandiere tricolore e intonano slogan contro il governo: «Se non ci ascolteranno bloccheremo il Paese», dicono.

BRUCIATO IL MANICHINO DI DI MAIO

 



l manichino del vicepremier Luigi Di Maio impiccato con in mano il cartello «schiavo dei tassisti» è stato bruciato in piazza della Repubblica, a Roma, dai manifestanti della categoria Ncc che protestano contro il decreto approvato dal Cdm che disciplina la categoria.



TENSIONE, UN NCC TENTA DI DARSI FUOCO

«Era l'unico gesto per far sì che qualcuno ci dia ascolto e se il governo non ci dà risposte e non viene qui entro stasera mi do fuoco. Toninelli ha tolto la dignità alle persone che lavorano». Così Stefano Bellizzi, il cinquantenne romano che pochi minuti fa in piazza della Repubblica a Roma si è cosparso di benzina minacciando di darsi fuoco durante la protesta degli Ncc

I MOTIVI DELLA PROTESTA

Secondo il decreto, che riguarda «disposizioni urgenti in materia di autoservizi pubblici non di linea», gli Ncc potranno operare in ambito provinciale senza dover più tornare in rimessa ma solo a patto di avere già nel «foglio di servizio» più prenotazioni oltre alla prima. Resta inoltre bloccato il rilascio di nuove autorizzazioni in attesa del nuovo «archivio informatico pubblico nazionale» per la registrazione di tutte le licenze, anche dei taxi.





«La libertà assassinata dal governo del cambiamento». È questa la scritta sul manifesto funebre affisso su una vera bara, su cui è anche poggiato un tricolore, esposta durante la manifestazione. Ai piedi della bara ci sono anche una pagina gigante della Costituzione con l'articolo 1 e 4, per rivendicare il diritto al lavoro



«Nel settore del trasporto locale non si applicano regole da troppi anni. Ma non si può continuare così all'infinito perché non conviene né ai tassisti né agli Ncc». È quanto sottolinea, in una intervista al Messaggero il sottosegretario ai Trasporti, Edoardo Rixi. «Finora - spiega Rixi -, dato che il settore è considerato locale, Ncc e tassisti sono rimasti fuori dalla direttiva europea Bolkestein che impone di mettere a gara le concessioni dei servizi. Ma se dovessimo assoggettare il trasporto locale garantito dagli Ncc a normative nazionali e questo segmento dovesse finire nella Bolkestein si potrebbe aprire la strada alle multinazionali. Un discorso di questo genere farebbe perdere posti di lavoro e non conviene alla categoria».

«Allora - afferma - nel decreto siamo venuti incontro alle richieste degli Ncc. Abbiamo accettato che possono lavorare in ambiti sovracomunali, che è possibile la gestione a livello informatico delle prenotazioni e che i contratti in essere possono essere prorogati per due anni proprio per evitare danni. Infine non ci saranno sanzioni per tre mesi ma poi gli Ncc che lavorano per singoli clienti (e non per contratti) devono rientrare in ambiti provinciali perché si suppone che non abbiano carichi economici pesanti, come ad esempio, un leasing». Alla domanda sul perché allora gli Ncc protestino, il sottosegretario risponde: «Perché vorrebbero una ulteriore proroga della situazione attuale.
Ma questa scelta sarebbe controproducente. Poi, ripeto, sono disponibile ad ascoltare e a inserire migliorie nel decreto». 

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