L'ultimo saluto alla drag queen La Karl du Pigné: la comunità gay piange Andrea Berardicurti

L'ultimo saluto a La Karl du Pigné al circolo Mario Mieli
L'ultimo saluto a La Karl du Pigné al circolo Mario Mieli
di Marco Pasqua
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Giovedì 6 Settembre 2018, 19:16 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 00:04

Se ne è andata sulle note di Annie Lennox, forse la sua cantante preferita, certamente una delle sue muse, a cui aveva dedicato anche un tributo. C'erano tutti, oggi, per l'ultimo saluto. E la sede del Circo Mario Mieli, all'Ostiense, non è riuscita a contenere tutte le persone che hanno voluto dedicare un pensiero ad Andrea Berardicurti, che tutti conoscevano (anche) come La Karl du Pignè, il personaggio che era di casa a Muccassassina ma anche su tanti palcoscenici della capitale (e non solo).
 


Il feretro era avvolto in una bandiera arcobaleno, a testimoniare l'impegno di Andrea nelle battaglie per i diritti delle persone Glbt, lui che aveva partecipato all'organizzazione del primo Pride unitario, nel 1994. Tante generazioni hanno voluto salutarlo: gli adolescenti, che magari lo avevano sentito parlare dal carro del Mieli durante un gay Pride, ma anche i fondatori del movimento Glbt, come Vanni Piccolo. O Vladimir Luxuria: «Ci siamo conosciuti 25 anni fa nel quartiere dove vivevano, il Pigneto. Al Circolo lo portai io - ricorda l'ex parlamentare - e fui sempre io a chiedergli di salire sul palco e di travestirsi. Andrea fa parte della mia vita e il suo più grande successo è stato il suo altruismo: si è sempre preoccupato degli altri e riusciva sempre a distendere con le sue battute. Non verrà mai dimenticato». E Sebastiano Secci, presidente del Mieli, quando ricorda Andrea non riesce a parlarne al passato: «E' una colonna di questo circolo», dice.
 
 

Ci sono tanti volti noti della comunità, da Imma Battaglia (presidente del Mieli nella fine degli anni Novanta) a Mario Colamarino, da Rossana Praitano a Massimo Farinella, fino a Diego Longobardi, direttore della serata del venerdì a Portonaccio. Tanti gli aneddoti raccontati dagli amici. «Una sera, quando lavoravamo alla porta di Muccassassina – ha ricordato Luxuria – negli anni Novanta, eravamo insieme su una Cinquecento rossa: mi ricordo che un signore si affiancò e ci provò, e La Karl gli regalò uno dei suoi seni finti». Si scherza e ride, non è una festa, ma in tanti sanno che Andrea non li avrebbe voluti vedere piangere. «Forse ci sta guardando e sta sbuffando», dice Secci.
Quando il feretro esce dalla sede dell'associazione, viene stappata una bottiglia di champagne. Applausi, tante lacrime, anche di chi non lo aveva mai incontrato, ma che sa quello che “zia Karl” ha fatto per i diritti delle persone discriminate.

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