Maurizio Mattioli: «Una vita di ricordi in gag al Salone Margherita»

Maurizio Mattioli: «Una vita di ricordi in gag al Salone Margherita»
Maurizio Mattioli: «Una vita di ricordi in gag al Salone Margherita»
di Valentina Catini
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Giovedì 13 Febbraio 2020, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 09:08
Maurizio Mattioli, attore, doppiatore e comico italiano, sarà in scena al Salone Margherita dal 28 febbraio al 22 marzo con uno spettacolo dedicato alla sua vita e alla sua carriera in battute, gag, monologhi e canzoni. 

Ecchime qua è il titolo. Cosa ci racconterà?
«Tanti aneddoti, tante cose, tanti ricordi. Questo è uno spettacolo centrato sui ricordi: ci saranno, diapositive, foto. Sarà divertente: ci saranno dei dialoghi a due tra me e la mia partner, Francesca Ceci, battibecchi spassosi, come sei le fosse la mia “badante” ed io il padrone di casa. Vede, tornando al Bagaglino dopo trent’anni l’inno ai ricordi viene automatico»

Lei rappresenta a tutto tondo quella che si definisce “la romanità”. Che cos’è secondo lei?
«Per come la intendo io, non è solo un dialetto. É un modo di essere, un vestito. Il fatto di essere romani è già romanità. Ognuno è come è. Ci sono i napoletani, i milanesi, ma il romano è preciso, connotato, simpatico»

Come ha iniziato la sua carriera?
«Con il teatro classico, Shakespeare. Poi, ho deciso che volevo far ridere, quindi cominciai la mia trafila nei cabaret fino ad approdare al Bagaglino»

Consigli per un giovane che vuole intraprendere la professione di attore?
«Come prima cosa, di studiare. Di leggere i testi, di andare a scuola, di capire come sono fatti i testi e provare a reinterpretarli. Io purtroppo non l’ho potuto fare. Consiglio ai giovani attori di fare teatro, devono sudare, impegnarsi, accontentarsi di guadagnare poco, di vivere il teatro e immedesimarsi nei personaggi che interpretano. Questi giovani ragazzi, li vedo un po’ grezzi. Indubbiamente bravi, per carità, non si discute. Ma se studiassero e facessero una scuola come si deve sicuramente sarebbe meglio. Poi c’è chi ha talento innato e questo è un altro discorso»

Lei ha fatto molto teatro e anche cinema, oltre alla televisione. Una considerazione su questi due modi di fare arte.
«Per me le differenze sono minime. Un attore è un attore in qualsiasi palcoscenico che sia dietro la cinepresa o sul palco. La differenza è nel comprendere il testo, nell’interpretarlo nel migliore dei modi comprendere cosa si sta facendo e per che cosa».

Cosa farà dopo questo spettacolo?
«Parlo poco del futuro, il nostro è un mestiere che porta spesso a cambiamenti. Farò un film intorno a maggio, e continuerò con delle serate. Poi farò uno spettacolo su Franco Califano insieme ad Alberto Laurenti. Ci tengo molto, avendo fatto molte cose, ho da proporre tanti ricordi».

Maurizio Mattioli in Ecchime qua con la partecipazione di Francesca Ceci, musiche di Alberto Laurenti, 
dal 28/02 al 22/03 2020, bigl. 25, 35 e (con cena) 65 euro, Salone Margherita ROMA via Due Macelli 75, 06 6791439​
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