Marino, palazzina crollata dopo l'esplosione: due donne e una bimba salvate scavando tra le macerie

palazzina_esplosa_marino
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di Emilio Orlando
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Martedì 5 Maggio 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:55

Prima il boato, poi le grida d’aiuto delle due donne rimaste imprigionate insieme ad una bambina sotto le macerie. L’inferno si è scatenato prima dell’ora di cena a Marino, alle porte della Capitale. Una tragedia sfiorata perché provocata da una fuga di gas in via G. Carissimi in un palazzo fatiscente, vicino al centro storico, dove risiede una sola famiglia. 
Sei gli appartamenti coinvolti che però non erano abitati da nessun inquilino. L’intonaco ed alcune finestre con l’esplosione sono state divelte e scaraventate in strada, formando un cumulo di calcinacci che hanno fatto temere il peggio per le tre persone che non rispondevano all’appello. I vigili del fuoco e gli equipaggi del 118 (che insieme alla polizia e ai carabinieri sono arrivati in pochissimi minuti ed hanno scavato tra le macerie), sono riusciti ad estrarre le persone ferite e le hanno trasportate in ospedale. Solo una delle donne ferite è stata intubata in stato d’incoscienza.
«Sembrava l’esplosione di una bomba - racconta un anziano residente - tutti i vetri dei palazzi circostanti hanno vibrato per lo spostamento d’aria». 
Il nucleo per i rilievi scientifici dei vigili del fuoco e gli investigatori del nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo hanno individuato il punto d’innesco dell’esplosione che secondo i primi esami dovrebbe essere stata causata da una fuga di gas scaturita probabilmente da un tubo lesionato. «Poteva essere un disastro - racconta il sindaco di Marino, Carlo Colizza - la palazzina è completamente sventrata. Ci stiamo adoperando per trovare una sistemazione futura per le persone rimaste coinvolte nell’esplosione - conclude il primo cittadino». Lo scorso anno, a Rocca di Papa, a pochi chilometri da Marino, nell’esplosione di una parte del palazzo comunale causata sempre da una fuga di gas morì il sindaco Emanuele Crestini e rimasero ustionate 16 persone tra cui 3 bambini.
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