Omicidio Luca Sacchi, Valerio Del Grosso chiama i giudici: «Voglio raccontare tutto»

Omicidio Luca Sacchi, Valerio Del Grosso chiama i giudici: «Voglio raccontare tutto»
di Emilio Orlando
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Lunedì 23 Dicembre 2019, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 08:26

«Voglio raccontare tutto. Dire la verità sull’omicidio di Luca Sacchi». È l’ ultimo colpo di scena sull’omicidio del giovane personal trainer avvenuto la notte del 23 ottobre scorso, davanti al pub John Cabot alla Caffarella.
L’esecutore materiale del delitto, che impugnato un revolver calibro 38 ed ha sparato ha chiesto attraverso i suoi avvocati di poter conferire con il pubblico ministero per parlare.

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Quando venne arrestato insieme a Paolo Pirino, suo complice ed amico originario anch’egli di San Basilio, Valerio Del Grosso si avvalse della facoltà di non rispondere ma pronunciò solo la dichiarazione: «Non volevo uccidere nessuno». Nei prossimi giorni, il sostituto procuratore Nadia Plastina che coordina le indagini e che in tempi rapidissimi ha assicurato alla giustizia il sicario ed il suo fiancheggiatore sta stringendo il cerchio intorno al contesto dove sarebbe maturata la feroce esecuzione. Al vaglio di polizia e carabinieri le posizioni dei singoli testimoni e delle persone ancora informate sui fatti che sono entrate a contatto con la vittima e che la sera dell’omicidio si trovavano probabilmente sulla scena del crimine anche se qualcuno si era allontanato per avere evitare grane con le forze dell’ ordine.

I genitori di Luca Sacchi, assistiti dai legali Armida Decina e Paolo Salice, sottolineano l’ estraneità del figlio a contesti legati al narcotraffico e ne fanno una vittima inconsapevole. Al vaglio di investigatori ed inquirenti anche i rapporti tra la vittima e la fidanzata Anastasiya Kylemnyk. Le tensioni che negli ultimi tempi caratterizzavano la loro relazione, sono anche queste oggetto di attenzione investigativa. Non si esclude infatti che Anastasiya insieme a Giovanni Princi possa aver organizzato ad insaputa di Luca l’acquisto della partita di droga del valore di 70 mila euro. L’ esame dei tabulati telefonici che hanno messo in luce i rapporti malavitosi tra Valerio del Grosso e Marcello dei Propris, che ha fornito l’arma del delitto, circoscriverebbero l’ambito delle indagini a quello dello spaccio di cocaina e non alla marjuana.

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