Murales per Luana D'Orazio a Roma, Jorit aggredito e rapinato: «Un tossicodipendente». E scoppia la polemica

Roma, Jorit aggredito e rapinato durante l'opera per Luana D'Orazio. Poi arrivano anche le critiche: ecco cosa è successo
Roma, Jorit aggredito e rapinato durante l'opera per Luana D'Orazio. Poi arrivano anche le critiche: ecco cosa è successo
di Enrico Chillè
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Domenica 9 Maggio 2021, 11:24

Roma, Jorit aggredito e rapinato mentre realizzava il murales in memoria di Luana D'Orazio. È lo stesso artista a denunciarlo con un post sui social, e come se non bastasse arriva anche una pioggia di critiche: ecco cosa è successo.

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Negli scorsi giorni, Jorit ha realizzato diverse opere a Roma. Dopo il murales dedicato a Bobby Sands e realizzato il 5 maggio a 40 anni esatti dalla morte sulla facciata della palestra popolare Valerio Verbano al Tufello, lo street-artist è stato autore di un'altra opera, che ricorda la tragica morte di Luana D'Orazio mentre lavorava in fabbrica a Montemurlo (Prato). Il lavoro è avvenuto nella zona dell'Ex Snia, al Pigneto. Ma durante la realizzazione c'è stato anche un grave imprevisto, denunciato da Jorit con un post su Facebook.



 

«Mentre dipingevo il volto di Luana d’Orazio, ragazza di 22 anni morta sul lavoro per colpa di una società che mette davanti il profitto alla vita dei lavoratori, sono stato aggredito da un tossicodipendente che con una scusa mi ha dato addosso, un omone di 2 metri con cane altrettanto grosso, il cane ovviamente non è colpa sua (poverino) per difendere il padrone mi ha morso il braccio atterrandomi. Tutto questo per rubarmi una collanina a cui tenevo tantissimo» - il post scritto da Jorit due giorni fa - «Non ho nessuna volontà di vendicarmi non mi interessa, non sporgeró denuncia, ma spero che questo sia un evento che faccia ragionare tutte le persone che lottano ogni giorno [...] questa gente è soltanto feccia noi dobbiamo stare con i lavoratori con il popolo non con questi qui e siamo noi che li dobbiamo allontanare, siamo noi che dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e rendere i posti occupati sicuri. [...] Spero che questo evento che in tutta sincerità mi ha traumatizzato non poco sia di monito a tutti e magari ci riporti sulla giusta strada e si torni a quelle che sono da sempre e devono tornare ad essere le nostre priorità».

Il post ha subito diviso i fan di Jorit. Molti, infatti, non hanno gradito la definizione usata dallo street-artist per l'uomo che lo ha rapinato: «Hai usato con troppa leggerezza le parole 'tossico' e 'feccia' ed è grave sentirle da chi ha omaggiato Ilaria Cucchi con un murales, proprio nel giorno in cui sono aumentate le pene nei confronti degli imputati per la morte di Stefano».



 

Dopo la pioggia di critiche, Jorit ha pubblicato un nuovo post, difendendosi dalle tante accuse. «Sarà che è successo a me e non a voi, ma non è stato proprio bello doversi difendere DA SOLO da uno di 2 metri, grosso il doppio di me con un coltello e un cane con una testa grande quanto la mia, in realtà poteva andare molto peggio e sono fortunato che sto qui a parlarvene.

Io non so voi che definizione avreste scelto ma io, non solo non mi pento di averlo definito feccia, ma lo sottolineo FECCIA!» - spiega ancora lo street-artist - «Queste persone sono pericolose e vanno allontanate, soprattutto da spazi che si definiscono "liberati", ora è successo a me ma può succedere a chiunque, poi se volete chiamarlo cucciolo o angioletto, non so che dirvi, contenti voi. La droga non ha nulla a che fare con le lotte sociali ed è dannosa soprattutto per chi non riesce più a uscirne. Ovvio che penso che un tossicodipendente vada aiutato ma se uno ti viene con un coltello non puoi rispondere con una carezza. Chi voleva capire ha capito, di tutti gli altri che mi odiano per partito preso non mi importa. Poi magari un giorno ci penserete a tutte le ca**ate che scrivete dietro le tastiere di questi cell...».



 

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