Giuseppe Ippolito (Spallanzani) ad Agorà con la mascherina: «Il virus circola, paghiamo i bagordi dell'estate»

Ippolito (Spallanzani) ad Agorà con la mascherina: «Il virus circola, paghiamo i bagordi dell'estate»
Ippolito (Spallanzani) ad Agorà con la mascherina: «Il virus circola, paghiamo i bagordi dell'estate»​
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Giovedì 15 Ottobre 2020, 11:04

Il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito è intervenuto questa mattina ad Agorà su Raitre, e ha parlato dei numeri in risalita dei contagi da coronavirus (ieri a 7.332 nuovi positivi in un giorno, mai così alti dall'inizio della pandemia). «Eravamo passati dall'avere il 20% di tamponi positivi» a Covid-19 «a meno dell'1%, mentre adesso siamo al 5%: è un indice del fatto che il virus circola e circola più di prima», ha detto direttore scientifico dell'Istituto nazionale Malattie infettive 'Lazzaro Spallanzani', una delle strutture in prima linea dall'inizio dell'emergenza.

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«I bagordi dell'estate hanno permesso al virus di riprendere corpo e di circolare», ha osservato. Perché «il virus - ha ammonito - una volta arrivato mica se ne va, non abbiamo la scopa per cacciarlo via». «Nel frattempo - ha continuato l'esperto - abbiamo avuto un indice di mobilità elevato, ci sono state le elezioni e c'è stata l'apertura delle scuole. E quello che succede all'uscita», sui trasporti e nei ritrovi tra compagni e amici, «non è paragonabile a ciò che avviene all'interno» degli istituti, ha fatto notare Ippolito secondo il quale, «se nel pubblico l'attenzione è alta, sta venendo meno l'attenzione nella vita privata». 

"LA MASCHERINA È LA NUOVA NORMALITÀ" Ippolito si è presentato negli studi di Agorà ben distanziato dagli altri ospiti, ma con la mascherina fissa a coprire naso e bocca. «Il mio vuole essere un messaggio», ha spiegato, togliendosela solo negli ultimi minuti di trasmissione. «Noi siamo sicuramente seduti a distanza di sicurezza, ma porto la mascherina perché voglio stabilire un 'nuovo normale'. Voglio dire a tutti che noi dobbiamo cambiare verso un nuovo normale e che il nuovo normale è portare la mascherina», ha esortato l'esperto. «Sto parlando con la mascherina, non mi viene l'affanno e non sono neanche uno che vive con il 100% di saturazione», ha precisato Ippolito.

«Sto invitando gli italiani a capire che la mascherina è un sistema di protezione congiunto e che indossarla fa parte delle responsabilità» di ognuno nella lotta a Covid-19. «L'invito che arriva anche da Paesi negazionisti è che dobbiamo proteggere gli altri» dal contagio, ha ricordato.

Ebbene, «la mascherina protegge più gli altri che noi stessi e in ogni caso ci protegge dai virus respiratori. I Paesi del Sud del mondo - ha sottolineato - hanno avuto la metà di influenza grazie alla mascherina».

Anche a casa nostra, ha continuato Ippolito, «dobbiamo capire come parliamo tra noi, come sederci a distanza, come organizzare i tavoli. Ho letto tutte queste polemiche» sulla raccomandazione del limite di 6 persone per gli inviti privati, ma «non sono altro che misure per stabilire modelli di distanziamento nelle case». Indicazioni «che non è nemmeno detto che tutti riescano ad applicare: dipende se uno ha la casa grande» o meno, «se ha un bel tavolo lungo, se ha gli spazi. Dobbiamo pensare - ha fatto notare il direttore scientifico dello Spallanzani - che tanta gente vive in condizioni disagiate, dove in 40 metri di casa convivono 4-5 persone».

"TEST DAL MEDICO? SERVONO SPAZI IDONEI" «Gli ambulatori dei medici di famiglia per eseguire i tamponi rapidi» utili alla diagnosi di Covid-19 «debbono avere spazi idonei, perché altrimenti introduciamo il virus all'interno degli studi medici, spesso piccoli, angusti, con una sola via» di entrata e uscita. «Le soluzione adottate devono essere adattate alla fattibilità locale», ha spiegato Ippolito sulla possibilità di ridurre le file per i tamponi ai drive-in e sull'opportunità di un coinvolgimento di altre strutture sanitarie come il privato e i medici del territorio.

«Il modello dei drive-in - ha sottolineato - è fatto per evitare di portare dentro le strutture persone potenzialmente infette. La grande offerta del privato è sicuramente un vantaggio, ma bisogna evitare di mandare gente infetta in strutture che non hanno via di entrata e vie d'uscita» distinte. D'altro lato, ha aggiunto Ippolito, «dobbiamo razionalizzare il modello di accesso dei tamponi e dobbiamo aumentare la responsabilizzazione dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta». 

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