Il Cinema Azzurro Scipioni chiude: una raccolta fondi per raccontare la sua storia in un film documentario

Silvano Agosti, fondatore e direttore del Cinema Azzurro Scipioni
Silvano Agosti, fondatore e direttore del Cinema Azzurro Scipioni
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Lunedì 8 Febbraio 2021, 17:44

Una raccolta fondi per trasformare la storia del Cinema Azzurro Scipioni, in via di chiusura, in un film documentario che racconti la memoria storica di 40 anni di attività della sala fondata e diretta da Silvano Agosti, dedicata alla diffusione delle pellicole d’autore.

 

UNA RACCOLTA FONDI PER IL CINEMA AZZURRO SCIPIONI

Il Cinema Azzurro Scipioni di Roma sta chiudendo sotto il peso del Covid-19, che tra gli altri ha colpito duramente i centri dedicati alla cultura. La notizia ha fatto il giro dei media e coinvolto in prima persona il pizzaiolo e creativo Daniele Frontoni, che ha deciso di raccogliere fondi su GoFundMe (QUI IL LINK) , per omaggiare i quaranta anni di attività della sala. Quaranta anni di lavoro in cui Silvano ha accolto, veicolato e custodito il cinema d'autore, portando la nota sala azzurra del quartiere Prati, a divenire una vera e propria memoria storica del genere.

DANIELE FRONTONI: CINEMA AZZURRO SCIPIONI SIMBOLO DI CULTURA

Daniele Frontoni, nipote dell'attore Enzo Cerusico, ha deciso di raccogliere fondi per Agosti da destinare alla realizzazione di un DocuFilm diretto da Lorenzo Negri - custode di oltre 30 anni di riprese svolte all'interno della sala - e promosso dallo stesso Silvano Agosti, dedicato alla vita del Cinema Azzurro Scipioni.

L'iniziativa di Frontoni, fa parte della serie di azioni artistiche e solidali indette dal pizzaiolo dall'inizio della crisi pandemica, identificate come atti di una protesta Silenziosa con cui #vendicheremoigiornitristi: “Un luogo come l'Azzurro Scipioni è un simbolo di cultura che non può e non deve essere dimenticato – ha fatto sapere Daniele Frontoni - Ho scelto di sostenere Silvano per rendere possibile la creazione di un film che racconti la storia della sua sala. È un gesto d'affetto, come se lo facessi per mio nonno, Enzo Cerusico; un gesto con cui raccontare la storia di un luogo fondamentale per chi vive di cinema. Perché senza storia non siamo niente”.

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