Ostia, morto Giuseppe Ciotoli: una vita dal bar Sisto al multiplex Cineland

Ostia choc: morto Giuseppe Ciotoli, era positivo al covid
Ostia choc: morto Giuseppe Ciotoli, era positivo al covid
di Davide Desario
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Giovedì 12 Novembre 2020, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 13 Novembre, 09:29

Giuseppe Ciotoli era sinonimo di cinema e gelato. Entrambi rigorosamente a Ostia. Era perché giovedì 12 novembre, a 83 anni, il suo cuore ha smesso di battere nel reparto di terapia intensiva del Centro Covid di Casalpalocco dove era stato ricoverato quando, dopo aver contratto il virus, le sue condizioni già complicate si erano aggravate. Il gelato era quello del suo bar storico “Sisto”, aperto dal padre negli anni Cinquanta nel centro del Lido. Ciotoli lo ha gestito, insieme alla sorella Liliana e al fratello Mario. Era una tappa fissa per i romani che andavano a Ostia d’estate ma anche, come tradizione, il bar dove prendere la cioccolata calda la notte del primo dell’anno.

 

Claudio Villa lo adorava: «Al gelato non resisto - diceva - e lo gusto sol da Sisto».

Renato Zero si fermava per far scorta di liquirizie. Nanni Moretti, invece, tutte le volte che usciva un suo film, invece di presenziare alla prima in sala, andava a Ostia da Ciotoli per gustare una coppa di zabaione.

L’altra passione infinita di “Peppino” Ciotoli, infatti, era il grande schermo. Una passione che, dopo aver aperto due sale (Superga e Sisto e le arene d’estate), condivise con l’amico Paolo Ferrari (dg della Metro Goldwyn Meyer, della Columbia e poi presidente della Warner Bros). Insieme andarono a Londra a vedere il primo multiplex in Europa e Ciotoli decise che voleva farlo a Ostia. E ci riuscì. Nel 1999 costruì, insieme a Pino Merluzzi, con la collaborazione della giunta Rutelli Cineland (14 sale e un centro commerciale). Un mega impianto all’interno della Meccanica romana (un’ex fabbrica Breda dove Federico Fellini girò la Voce della Luna con Roberto Benigni). Lascia i figli Edoardo e Fiammetta. E tanti, tantissimi amici che non lo dimenticheranno mai.

A tutti resterà in testa quella sua frase quando lo chiamavi al telefono: «Vabbè, ma quando te vedo?»

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