Giacomo Balla, a 150 anni dalla nascita dell'artista futurista la casa museo di Roma apre al pubblico con il Maxxi

CASA BALLA, Via Oslavia Soggiorno / Living room Foto M3Studio Courtesy Fondazione MAXXI © GIACOMO BALLA, by SIAE 2021
CASA BALLA, Via Oslavia Soggiorno / Living room Foto M3Studio Courtesy Fondazione MAXXI © GIACOMO BALLA, by SIAE 2021
di Valeria Arnaldi
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Mercoledì 16 Giugno 2021, 16:00

Il salone, ampio, affollato da cavalletti e con l’“orizzonte” di un lavoro monumentale: i tre grandi pannelli de “Le mani del popolo italiano”. Lo Studiolo rosso che pare quasi farsi rifugio. E la zona più intima della camera con la coperta morbida e un trionfo di cuscini sul letto, che sembra appena rifatto, senza la “freddezza” di un allestimento museale, ma con la sensazione - ben più difficile da ricreare - di una serenità domestica, familiare, accentuata dalla finestra che si apre su un’ampia terrazza, a lasciar entrare il sole del mattino.

Ed è proprio un “risveglio” quello di Casa Balla. A 150 anni dalla nascita dell’artista, infatti, e dopo trent’anni di chiusura dell’abitazione, il Maxxi apre, per la prima volta al pubblico, la casa futurista di Giacomo Balla, in via Oslavia, in cui l’artista visse e lavorò dal 1929 - prima abitava in via  Nicolò Porpora, in un antico edificio conventuale con affaccio su Villa Borghese - insieme alla moglie Elisa e alle due figlie Elica e Luce, sino alla sua morte.

CASA BALLA Via Oslavia Studiolo rosso / Red small Study Foto M3Studio Courtesy Fondazione MAXXI © GIACOMO BALLA, by SIAE 2021

Il progetto “Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno”, a cura di Bartolomeo Pietromarchi, direttore Maxxi Arte, e Domitilla Dardi, curatrice per il Design del Maxxi, è articolato in due sedi. All’apertura vera e propria della casa - visitabile nei weekend a partire da venerdì 25  giugno, con prenotazione obbligatoria - si  affianca una mostra presso il museo, studiata per leggere e, attraverso lo sguardo di più artisti contemporanei, ripensare la sua idea di arte totale.

«Noi futuristi, Balla e Depero, vogliamo realizzare questa fusione totale per ricostruire l'universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente», si legge nel manifesto sulla Ricostruzione futurista dell’Universo firmato da Balla e Fortunato Depero, nel 1915.  

«Ho frequentato la casa nella mia fanciullezza - commenta Claudia Balla, erede dell’artista - ne ricordo i colori, i rumori, la pienezza. Le pareti erano stratificate di quadri». Tra gli sponsor dell’iniziativa, Lavinia Biagiotti: «Anche io ho frequentato la casa da bambina, ricordo che Elica Balla mi metteva a disegnare, con scarsi risultati ma grandi incoraggiamenti».

CASA BALLA, Via Oslavia Corridoio / Hallway Foto M3Studio Courtesy Fondazione MAXXI © GIACOMO BALLA, by SIAE 2021

E così ora la casa, studiata da vari critici e storici dell’arte, ma mai aperta al pubblico, diventa una nuova tappa museale in città.

«La casa di Giacomo Balla, dopo trent'anni di chiusura, torna finalmente alla luce - dice Bartolomeo Pietromarchi - La casa con le sue decorazioni, mobili, opere d'arte esprime in ogni sua forma la personalità dell'artista e rappresenta uno dei suoi più grandi capolavori. Attraverso la riapertura dell'abitazione del Maestro futurista recuperiamo una parte del  nostro Dna, una delle maggiori storie dell'arte del Novecento che ha cambiato per sempre il modo di fare, concepire e vivere la pratica artistica».

In una fusione tra vita e arte, che vede Casa Balla progettata, concepita, “sentita”, come opera totale, ogni stanza si fa tela per le visioni dell’artista, in un’esplosione di forme e colori che costruiscono quasi una dimensione altra, rispetto allo spazio urbano. Profondamente calata nella sua epoca, pienamente rispondente alla filosofia futurista, ma al contempo senza tempo. Armadi, librerie, sedie, letto e specchiera decorati, ma anche porte dipinte, tappeti, lampade, utensili, piatti: tutto porta il “segno” di Giacomo Balla, a costruire una sorta di nido per la sua famiglia e crescere le figlie, non a caso entrambe pittrici, nella bellezza e nel colore.

Di più, nella meraviglia.

Elica e Luce Balla hanno vissuto qui fino alla loro morte, negli anni Novanta. La casa  è protetta da vincolo di tutela dal 2004, anno in cui è stato effettuato anche un primo intervento di restauro. Nuovi lavori di messa in sicurezza sono stati eseguiti nel 2018 dalla Banca d’Italia in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma.

CASA BALLA, Via Oslavia Porta FuturBalla Foto Musacchio Ianniello & Pasqualini © GIACOMO BALLA, by SIAE 2021

Ora finalmente l’abitazione rivela a tutti i suoi tesori, dalla targhetta/firma FuturBalla, sulla porta di ingresso, fino al soggiorno, che ospiterà la versione italiana del docufilm “Balla et le Futurisme” di Jack Clemente, Leone d'oro nel 1972 alla Biennale del Cinema di Venezia. E ancora, dallo Studiolo rosso alle stanze di Luce ed Elica. Poi, bagni e cucina e così via. Non una semplice casa dunque ma un vero e proprio laboratorio, dove ogni oggetto o superficie si fa spunto per nuovi lavori, guardando al futurismo, dunque, e, forse, alle antiche botteghe rinascimentali.

In mostra, nel percorso, anche disegni e bozzetti preparatori recentemente restaurati dalla Soprintendenza Speciale di Roma, nonché diverse opere pittoriche delle figlie.

Ad affiancare l’apertura della casa, l’esposizione “Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno”, visitabile da domani al Maxxi, tra arazzi, disegni, bozzetti, mobili, arredi originariamente parte di Casa Balla - provenienti da collezioni private, come quelle degli eredi Balla -per la prima volta qui riuniti e accessibili al pubblico. Importanti i lavori provenienti dalla Fondazione Biagiotti Cigna e dalla Collezione Laura e Lavinia Biagiotti, che possiedono oltre 300 opere di Balla, con un focus su moda e design che costituisce il maggiore insieme di arte applicata al mondo.

Non solo. Nell’iter, l’arte di Balla viene riletta in dialogo con otto nuove produzioni di architetti, artisti e designer contemporanei internazionali: Ila Bêka e Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Jim Lambie, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular, Cassina con Patricia Urquiola, in un viaggio tra performance, musica, design, videoarte.

Giacomo Balla e le sue figlie, Roma 1932. Archive of Theo and Nelly van Doesburg © GIACOMO BALLA, by SIAE 2021Didascalia

Casa e percorso espositivo saranno aperti fino al 21 novembre. Un lavoro decisamente articolato, frutto di una intensa sinergia. Il progetto, infatti, è prodotto e realizzato dal Maxxi in collaborazione con la Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio, con il supporto della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e il contributo di Banca d’Italia e degli sponsor Laura Biagiotti, Mastercard e Cassina.

«“Casa Balla. Dalla casa all’universo e ritorno" è un progetto “totale”, come totale era l’idea di arte del grande Maestro futurista - commenta Giovanna Melandri, Presidente Fondazione Maxxi - L’appartamento di Balla nel cuore del quartiere Della Vittoria a Roma esalta il suo universo caleidoscopico e sperimentale. Una visione dell’arte a 360 gradi sorprendentemente attuale e di grande ispirazione per le comunità creative di oggi. Casa Balla è Balla».

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