Roma, striscione choc: «Bastonate a gattari e gatti col coronavirus». Il dottor Coccia: «Follie senza evidenza scientifica»

Roma, striscione choc: «Bastonate a gattari e gatti col coronavirus». Il dottor Coccia: «Follie senza evidenza scientifica»
Roma, striscione choc: «Bastonate a gattari e gatti col coronavirus». Il dottor Coccia: «Follie senza evidenza scientifica»
di Enrico Chillè
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Martedì 21 Aprile 2020, 19:47 - Ultimo aggiornamento: 20:13

«Ai lerci maleducati animalisti: da domani bastonate a voi e ai vostri gatti pieni di coronavirus». Un messaggio violento e delirante, stampato su un cartello affisso nei pressi di una colonia felina nel quartiere Trieste-Salario, a Roma, fa temere per l’incolumità dei gatti randagi e di chi si occupa di loro.

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Una minaccia basata su vere e proprie bufale, quella comparsa all'angolo tra via Brescia e via Savoia, dove da anni si trova una colonia felina assistita da diversi volontari. A spiegarlo chiaramente, a Leggo, è il dottor Federico Coccia, medico veterinario ed ex presidente del Bioparco di Roma: 
«Purtroppo girano queste voci, prive di alcuna evidenza scientifica. Purtroppo ci sono tante informazioni sbagliate, diffuse anche da virologi ed epidemiologi che in questo periodo si atteggiano a star sui media, e che per un po' di fama fanno a gara a chi la spara più grossa. La virologia umana è completamente diversa da quella veterinaria, ognuno dovrebbe limitarsi al proprio campo».

Il dottor Coccia ha affrontato il tema del coronavirus tra gli animali domestici: «L'unica certezza, in questo momento, è che si tratta di un virus inter-umano. Cani e gatti non sono un veicolo di contagio e mentre in tutto il mondo c'è un milione di contagi accertati tra le persone, i casi di animali domestici positivi sono pochissimi. Si tratta, in particolare, di cani e gatti che dopo essere stati a stretto e prolungato contatto con i loro padroni, hanno mostrato una positività comunque molto bassa ed è stato accertato, nel giro di due settimane, che si erano negativizzati. Anche per quanto riguarda la tigre positiva allo zoo di New York, il contagio è avvenuto per via dell'uomo e non il contrario: nello specifico, un dipendente contagiato aveva portato della carne toccandola a mani nude».

Esiste un coronavirus dei gatti, il FeCov, che però si trasmette esclusivamente tra i felini e non riguarda l'uomo. Questo potrebbe essere fonte di informazioni fuorvianti e il dottor Coccia spiega: «Il FeCov non ha nulla a che vedere col Sars-CoV-2: il primo è esclusivamente felino, il secondo è esclusivamente umano. L'unico tratto comune è che entrambi causano gravi patologie respiratorie, ma ripeto: cani e gatti non possono trasmettere il coronavirus all'uomo». Perentorio anche il commento di Federico Coccia ai test sierologici sui gatti domestici, in programma (su base volontaria) nell'ex focolaio di Vo' Euganeo (Padova): «Sono inutili se non dannosi: non hanno alcun beneficio sulla conoscenza scientifica del Sars-CoV-2 e causano solo sofferenze gratuite ai gatti, che di certo non amano i prelievi del sangue. Io, d'altronde, sono assolutamente contrario alla sperimentazione animale».

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