Infilata nei pannolini dei neonati oppure dentro botole ricavate sotto il pavimento o, ancora, nelle batterie delle auto. Ma c’è anche chi prova a farla franca nascondendo la droga dentro vani segreti, apribili con una serie di combinazioni perfino digitalizzate.
Sono solo alcuni degli stratagemmi - decisamente fantasiosi - utilizzati dagli spacciatori che riforniscono quotidianamente il mercato degli stupefacenti a Roma. Un campionario di idee e trovate “geniali” unicamente finalizzate eludere i controlli di Polizia e Carabinieri, che accomunano narcotrafficanti internazionali e malavita locale. Infatti non passa giorno senza che vengano scoperte partite di droga (anche ingenti) messe nei luoghi più improbabili.
C’è il “chimico” senza scrupoli che, con sofisticati procedimenti, riesce a sciogliere la coca e crearci pagine di libri oppure a creare capi d’abbigliamento intrisi di sostanze stupefacenti. Ma ecco apparire sulla scena del crimine anche carrozzieri, meccanici ed elettricisti in grado di trasformare piccole automobili (per non dare nell’occhio) in autentiche casseforti “stupefacenti” zeppe di vani segreti con hashish e cocaina.
L’ultima scoperta di un vano “stupefacente”, l’hanno fatta carabinieri del nucleo operativo della compagnia Casilina che, in via Domenico Panaroli, a Centocelle, hanno ammanettato un 26enne pusher “itinerante” che trasportava la droga in una scatola nascosta dentro lo sterzo al posto dell’airbag.