Abbrescia: «Adesso mi racconto, da caratterista a protagonista»

Abbrescia: «Adesso mi racconto, da caratterista a protagonista»
Abbrescia: «Adesso mi racconto, da caratterista a protagonista»
di Paolo Travisi
2 Minuti di Lettura
Giovedì 28 Novembre 2019, 08:00
Ha esordito al cinema con Matteo Garrone, ottenuto grande popolarità con Checco Zalone e negli anni, partendo dal teatro (quasi per caso), ha attraversato cinema e fiction tv. Dino Abbrescia è un caratterista, figura molto popolare nel cinema di ieri, che oggi sta scomparendo. L’attore pugliese è fiero di esserlo, ma spinto dalla sua compagna, l’attrice Susy Laude, ha scelto di fare il salto e diventare protagonista in Raccondino

Come nasce questo spettacolo?
«Sono i racconti della mia vita, partendo dalla famiglia in Puglia, papà poliziotto e mamma casalinga, che di fronte alla mia scelta di fare l’attore, mi dissero: “in famiglia nessuno lo fa e come fai?” È uno degli aneddoti che ho sempre condiviso con gli amici a cena, finché la mia compagna (regista della spettacolo) non mi ha spinto a metterli insieme e farne uno show da protagonista». 

È vero che ha iniziato a recitare a teatro per caso?
«All’epoca facevo il fonico, un attore si era ammalato e scelsero me per sostituirlo. Così ebbe inizio la mia carriera».

Lei ha molti ruoli da caratterista, vorrebbe fare il protagonista?
«È vero il protagonista non l’ho mai fatto, eppure ho raggiunto la popolarità pur non essendolo mai stato, ma sono comunque felice, perché probabilmente nei film la mia presenza fa la differenza».

Oggi è protagonista grazie alla sua compagna. Lei non lo avrebbe fatto?
«Avrei sempre rimandato, dopo 9 anni di teatro, sono passato al cinema che ero già in ritardo, avendo superato i 30 anni, poi arrivò la fiction e ho messo da parte il teatro. Ma con un progetto proprio, tornare a teatro, è diventata un’esigenza». 

Ha esordito al cinema con Garrone, in un film drammatico.
«Suo padre era un critico e spesso lo accompagnava a vedere i nostri spettacoli, diventammo amici e mi chiamò in due film Ospiti ed Estate romana. Garrone è un poeta e un grande narratore». 

Però fu Zalone, in Cado dalle nubi, a cambiare la sua strada?
«Fu una botta di popolarità enorme, ancora oggi per le persone sono il cugino di Checco, anche ora un tassista pugliese mi ha abbracciato perché parla di quel personaggio in famiglia. Come se fosse un film uscito ieri, invece ha dieci anni». 

Personaggi divertenti al cinema, le corrispondono nella vita?
«Ora ho finito di girare una serie per Sky, Cops con Claudio Bisio diretta da Luca Miniero, mi ha detto sai muoverti nel comico e drammatico. Ma è vero, chi fa ridere ha dentro di sé amarezza e malinconia».
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