Diabolik, le figlie: «Immagine distorta di papà, il divieto al funerale pubblico fa ancora più male»

Diabolik, le figlie: «Immagine distorta di papà, il divieto al funerale pubblico fa ancora più male»
Diabolik, le figlie: «Immagine distorta di papà, il divieto al funerale pubblico fa ancora più male»
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Lunedì 12 Agosto 2019, 10:59
Un dolore indescrivibile, quello vissuto dalla famiglia di Fabrizio Piscitelli, alias Diabolik. E accentuato dal divieto, imposto dalla Questura di Roma, di celebrare i funerali pubblici per motivi di sicurezza. Per le figlie di Fabrizio Piscitelli, Giorgia e Ginevra, la decisione non solo è assurda, ma non fa altro che aumentare il dolore per la perdita del papà: «Lo hanno trattato alla stregua dei peggiori mafiosi, ma lui aveva scontato il suo debito con la giustizia e non aveva mai ricevuto condanne per associazione mafiosa».

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«​In un momento di così grande dolore risulta incomprensibile come a nostro padre, che non ha mai avuto condanne per associazione e il cui killer ad oggi è ancora sconosciuto, il questore di Roma abbia deciso di applicare gli stessi divieti di celebrazione del funerale che altri questori hanno applicato a personaggi di spicco della criminalità organizzata, ristretti fino alla loro morte in regime di 41bis OP» - le parole delle figlie di Diabolik, riportate da Silvia Mancinelli per l'AdnKronos - «I precedenti con la giustizia, debitamente scontati da nostro padre, contrastano con l'immagine distorta che si sta diffondendo, palesemente strumentale a giustificare la legittimità di un provvedimento, adottato dal questore nell'immediato della morte di papà, che non era sottoposto ad alcuna misura restrittiva della sua libertà».

La decisione della Questura di Roma non va proprio giù a Giorgia e Ginevra Piscitelli: «Riteniamo che la tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini, di cui all'art. 27 co. 2 Tulps, non possa spingersi al punto di vietare che Fabrizio, nostro padre, assolto da ogni reato di associazione, abbia una cerimonia secondo l'ordinario rito funebre cattolico, all'interno della chiesa parrocchiale, che è per altro sottoposta alla giurisdizione della Santa Sede. Crediamo che chiunque al nostro posto avvertirebbe l'ingiustizia che, comprensibilmente, in un momento così drammatico ci sta arrecando ancora più dolore».
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