Diabolik, le intercettazioni: «Mi' fratello m'ha detto de ammazzalli, lo sa tutta Roma ma le guardie non hanno le prove»

Per il gip, le intercettazioni sono particolarmente credibili

Diabolik, le intercettazioni: «Mi' fratello m'ha detto de ammazzalli, lo sa tutta Roma ma le guardie non hanno le prove»
Diabolik, le intercettazioni: «Mi' fratello m'ha detto de ammazzalli, lo sa tutta Roma ma le guardie non hanno le prove»
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Martedì 21 Dicembre 2021, 15:37 - Ultimo aggiornamento: 16:41

Omicidio Diabolik, le intercettazioni che incastrano il killer e che per il gip sono particolarmente credibili. Enrico Bennato, fratello del potente boss (attualmente in carcere) Leandro, che controlla la piazza di spaccio di Primavalle, non credendo di essere intercettato, fa delle rivelazioni decisive ai fini delle indagini.

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È il 20 aprile 2021 quando Enrico Bennato, credendosi al sicuro nella sua casa mentre parla ad una persona di cui ha totale fiducia, confessa il proprio coinvolgimento nell'omicidio dell'albanese Shehaj e accusa il fratello Leandro di essere il mandante dell'omicidio di Fabrizio Piscitelli, capo-ultras della Lazio noto con il soprannome di Diabolik.

Dopo l'omicidio al Parco degli Acquedotti, avvenuto il 7 agosto 2019, a novembre dello stesso anno Leandro Bennato scampò alla morte e fu gambizzato in strada. Da quel momento iniziò una lunga spirale di violenza, culminata con l'uccisione dell'albanese Shehaj, vicino alla batteria di picchiatori di Diabolik, sulla spiaggia di Torvaianica, nel settembre 2020. A raccontarlo è Giuseppe Scarpa per Il Messaggero.

Enrico Bennato, non credendo appunto di essere intercettato, fa delle rivelazioni sull'omicidio di Fabrizio Piscitelli: «Perché è morto pure quello, stava a sede sulla panchina a fumà le sigarette, ha preso la revolverata qui dietro e l'altri due de quelli là che hanno sparato sono morti, quelli che hanno sparato a Leandro. Lo sa tutta Roma, le guardie però non hanno le prove, io sò indagato! Sò indagato de Diabolik... mò a San Basilio e a quello sulla spiaggia». Proprio grazie a quelle intercettazioni, gli investigatori sono riusciti a scoprire chi si celava dietro l'omicidio di Diabolik. Enrico Bennato tira in ballo infatti Raul Esteban Calderòn: «A giugno famo l'albanese, lo devo ammazzà per forza, me lo ha detto mi' fratello perché sennò vonno ammzzà mi' fratello quando esce. Famo prima noi, me faccio pure l'albanese e quell'altri due sò d'accordo con me».

L'interlocutore, di nome Francesco, a quel punto replica: «Mò Francisco qua non viene più, quando semo pronti viene qua e l'annamo a fà». Bennato spiega: «Quando arrestarono Leandro, m'ha detto "Devi ammazzà Tizio, Caio e Sempronio" e sò stati fatti, a posto. Mò mancava questo». L'interlocutore quindi chiede notizie di Francisco e Bennato replica così: «L'ho mandato via, in Spagna. Non lo dì manco, lo sta a cercare e non je risponne. Lo sanno che l'ha ammazzato lui, quello sulla spiaggia, ha ammazzato Diabolik, oh sta zitto Francé! Lo sa tutta Roma ma le guardie nun c'hanno le prove! Io sò indagato, oh, de Diabolik, de San Basilio e quello sulla spiaggia».

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