Colleferro sotto choc, il padre di uno degli accusati: «Il mio Cristian non è come i fratelli Bianchi»

Colleferro sotto choc, il padre di uno degli accusati: «Il mio Cristian non è come i fratelli Bianchi»
Colleferro sotto choc, il padre di uno degli accusati: «Il mio Cristian non è come i fratelli Bianchi»
di Emilio Orlando
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Lunedì 19 Aprile 2021, 07:25 - Ultimo aggiornamento: 08:36

Lesioni gravissime in concorso. Sono le accuse di cui, durante l’interrogatorio di garanzia che si terrà oggi in videoconferenza dal carcere di Rieti, dovranno rispondere Lorenzo Farina e Cristian Marozza davanti al giudice per le indagini preliminari e al sostituto procuratore. Entrambi sono stati fermati dalla polizia di Colleferro subito dopo il pestaggio di Lorenzo C., il diciassettenne aggredito in corso Filippo Turati all’angolo con piazza della Repubblica a Colleferro davanti agli occhi di decine di persone. 


L’episodio ha sconvolto la cittadina di ventimila abitanti a sessanta chilometri dalla Capitale, già teatro dell’omicidio brutale del giovane Willy Duarte Monteiro. Ancora poco chiaro il movente che sabato sera ha innescato il pestaggio a calci e pugni del ragazzino ricoverato al San Giovanni con fratture alla mandibola, al setto nasale e una lacerazione del labbro. Alla base del litigio, secondo la polizia, potrebbero esserci vecchie “ruggini” e rancori tra la vittima e i due arrestati legati a futili motivi. 


Le indagini della procura di Velletri delegate ai detective del commissariato puntano a ricostruire le fasi precedenti e successive all’aggressione. Durante la perquisizione in casa dei due fermati, gli agenti hanno sequestrato alcuni vestiti, di colori e di modelli compatibili con quelli descritti dai testimoni oculari che hanno assistito alla scena, e i telefoni cellulari. Alcune telecamere di videosorveglianza della zona hanno ripreso l’arrivo e la fuga di Farina e Marozza, quest’ultimo con una posizione di responsabilità minore rispetto al primo. Gli inquirenti non hanno ancora chiarito se sia stata utilizzata un’auto da parte degli aggressori, guidata da una terza persona tuttora ricercata. Un video girato da un passante avrebbe ripreso parte del pestaggio.

«Il mio primo pensiero va al ragazzo ricoverato in ospedale. Io e mia moglie siamo distrutti. In tutto questo dolore, mi conforta il fatto che il ragazzo stia meglio e sia fuori pericolo. Da sabato sera, quando è arrivata la polizia a casa per arrestare nostro figlio, siamo sprofondati in un incubo». È disperato Alessio Marozza, il padre di Cristian, accusato insieme a Lorenzo Farina, di aver aggredito e pestato a sangue Lorenzo C.. «Siamo una famiglia perbene - aggiunge - non abbiamo mai avuto problemi con la giustizia e nostro figlio è cresciuto con principi sani e di legalità.

Con i familiari di Lorenzo ci conosciamo perché alcuni nostri parenti vivono a Segni».

Secondo il genitore, dipendente di un’azienda, il figlio non ha mai frequentato palestre di arti marziali: «È sbagliato accostare nostro figlio ai fratelli Bianchi e a quello che è successo al povero Willy. Cristian è un ragazzo dal fisico gracile, che studia, è sempre stato educato ha frequentato l’istituto nautico a Roma, non ha mai fatto arti marziali e nemmeno frequenta brutti giri di amicizie. Da quando si è fidanzato fa sport ma lo pratica con una palestra da casa».

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