Carabiniere ucciso, l'americano che l'ha accoltellato: «Pensavo fosse il pusher». Il gip: «Totale assenza di autocontrollo, colpito con coltello da marines»

Carabiniere ucciso, l'americano che l'ha accoltellato: «Pensavo fosse il pusher». Il gip: « Totale assenza di autocontrollo»
Carabiniere ucciso, l'americano che l'ha accoltellato: «Pensavo fosse il pusher». Il gip: «​Totale assenza di autocontrollo»
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Lunedì 29 Luglio 2019, 11:59 - Ultimo aggiornamento: 30 Luglio, 08:46

«Non avevo capito che era un carabiniere, ho avuto paura, credevo fosse uno dei pusher». È quanto ha ribadito al suo difensore che lo è andato a trovare in carcere Finnegan Lee Elder, il 19enne californiano che ha confessato di essere l'autore materiale delle undici coltellate al vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. Il giovane americano è stato visitato da un medico ed è costantemente monitorato in carcere. «Ho trovato il mio assistito sia psicologicamente che fisicamente più rinfrancato rispetto a sabato quando fatto udienza davanti a gip per convalida del fermo», afferma l'avvocato Francesco Codini lasciando il carcere di Regina Coeli. L'ordinanza del gip di Roma: «le condotte dei due testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica evidenziandone la pericolosità sociale».

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L'ORDINANZA DEL GIP: «DA INDAGATI TOTALE ASSENZA AUTOCONTROLLO»
Le condotte dei due «testimoniano la totale assenza di autocontrollo e capacità critica evidenziandone la pericolosità sociale». Lo afferma il gip di Roma nell'ordinanza con cui ha disposto il carcere per i due cittadini californiani autori sell'omicidio del vicebrigadiere. Il gip di Roma sottolinea la «totale incosapevolezza del disvalore delle proprie azioni come apparso evidente anche nel corso degli interrogatori durante i quali nessuno dei due ha dimostrato di aver compreso la gravità delle conseguenze delle loro condotte, mostrando una immaturità eccessiva anche rispetto alla giovane età»

Concreto il pericolo di reiterazione del reato alla luce «delle modalità e circostanze del fatto e in particolare della disponibilità di armi di elevata potenzialità offensiva», prosegue il gip di Roma. «Emergono il pericolo di fuga e il pericolo di concreto reiterazione dei reati analoghi desumibile dalle modalità e circostanza dei fatti». E un altro passaggio dell'ordinanza. «Si tratta di due persone stabilmente residenti all'estero, presenti in Italia occasionalmente e sorprese dalla polizia giudiziaria in procinto di lasciare l'albergo subito dopo avere commesso i delitti in contestazione, condotta quest'ultima che non può non ritenersi finalizzata a far perdere le proprie tracce», aggiunge il giudice.

«Elder Finnegan ammetteva inoltre di aver colpito più volte con un coltello in suo possesso - scrive il Gip Chiara Gallo nell'ordinanza - la persona che gli si era avvicinata per cercare di fermarlo mentre, insieme all'amico, era in attesa di incontrare il Brugiatelli, precisando però, di non aver capito che i due che li avevano avvicinati erano carabinieri e di aver creduto che fossero uomini, andati dal Sergio per vendicarsi e fare loro del male».

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