Roma, stazione metro Barberini ancora chiusa: commercianti sul piede di guerra

Barberini, commercianti sul piede di guerra per la mancata riapertura della stazione
Barberini, commercianti sul piede di guerra per la mancata riapertura della stazione
di Raffaele Nappi
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Venerdì 6 Dicembre 2019, 09:35

«Siamo rovinati». Non usa mezze misure il titolare del Pepy’s Bar, storico locale ad angolo di piazza Barberini con via del Tritone, mentre scuote la testa. Quasi sconsolato. Con la chiusura della stazione della metro e il sequestro da parte dell’autorità giudiziaria dopo l’ennesimo guasto, le cose sono peggiorate di giorno in giorno. E nemmeno le vendite pre-natalizie stanno aiutando. «Qui non passano più neanche le navette: i clienti non arrivano. Si fermano tutti a Spagna per raggiungere gli uffici», racconta. I danni, enormi, si propagano su tutta l’area, con un calo del fatturato che supera il 30%. La crisi colpisce tutti gli esercizi commerciali, senza escludere nessuna categoria. 

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«Le vendite sono calate: è impossibile quantificarle. Ci hanno tolto anche la linea circolare», racconta il titolare di un negozietto di vini e liquori che dà sulla piazza. Il malcontento dei commercianti è diffuso: «Stiamo chiudendo tutti - spiega Giuseppe, titolare della tabaccheria di piazza Barberini - Abbiamo deciso di riunirci in un comitato, ma pare che nessuno ci ascolti. Le tasse sono alte, gli affitti sono quelli che sono: ho perso tutti i miei clienti italiani. C’è anche un danno d’immagine - insiste - Tutti i turisti stranieri che arrivano qui mi chiedono informazioni di ogni tipo. L’Atac non ha pensato di installare nemmeno un punto informativo per aiutare chi è spaesato». Ci sono varie linee di pensiero anche tra i commercianti stessi. Non tutti, infatti, sono uniti sull’idea di scioperare: «Non conviene nemmeno confrontarsi con le istituzioni, non ne vale la pena - spiega a Leggo il titolare dello storico negozio di cravatte di piazza Barberini - Da stamattina non ho nemmno aperto la cassa. Non è arrivato neanche un cliente. Ma, ripeto, con le persone che ci ritroviamo a governare la città non conviene nemmeno scendere a confrontarsi in piazza».

Che sia una cravatta o un esercizio di abbigliamento, la situazione non cambia. «Lo vede il negozio? Da stamattina qui è il deserto - racconta adirata la titolare della bottega Chantal - Non sappiamo quando riaprirà la stazione, non abbiamo notizie dalle istituzioni, siamo completamente abbandonati. Anzi - insiste - a questo punto ci viene da pensare che stiano boicottando i lavori. Non sappiamo più che pensare». 

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