Atac, la truffa dei certificati di malattia: «Stesso timbro ma grafie diverse». Il giallo del medico arabo

Atac, la truffa dei certificati di malattia: «Stesso timbro ma grafie diverse». Il giallo del medico arabo
Atac, la truffa dei certificati di malattia: «Stesso timbro ma grafie diverse». Il giallo del medico arabo
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Venerdì 2 Ottobre 2020, 10:59

Una marea di certificati di malattia, tutti uguali e con lo stesso timbro, ma non con la stessa grafia. Si rischia uno scandalo all'Atac, la municipalizzata romana dei trasporti, che conta 11mila dipendenti ma anche un tasso di assenteismo record: secondo quanto scrive oggi Lorenzo De Cicco sul quotidiano Il Messaggero, sarebbero centinaia i certificati di malattia spediti all'azienda, tutti con lo stesso timbro di un medico arabo. Ma la grafia non sarebbe sempre la stessa, il che ha portato Atac a chiedere una perizia calligrafica per vederci più chiaro.

Dell'indagine interna è stata informata anche la Procura della Repubblica: il sospetto, scrive Il Messaggero, è che decine di dipendenti abbiano sfruttato la compiacenza del medico arabo (un pediatra) per avere i certificati, o in alternativa che i dipendenti furbetti siano entrati in possesso del blocchetto dei referti per poi compilarseli da soli. Il problema non riguarda i certificati di malattia dei dipendenti stessi (che sono gestiti con procedura informatizzata), ma quelli per le malattie dei figli, che si portano a mano o vengono inviati dai dipendenti stessi, e non inviati dal computer del medico: una pratica che Atac vorrebbe cambiare nei prossimi mesi.

L'inchiesta riguarda una ventina di dipendenti, ma i certificati sono molti di più (almeno un centinaio): la grafia del dottore però cambia di foglio in foglio. Non che sia facile riuscire a decifrare la scrittura di un medico, ma una consulenza con esperti potrebbe certamente aiutare a fare luce sulla vicenda. Se dovessero essere accertati i brogli, scatterebbero le sanzioni disciplinari e anche qualche licenziamento, come accaduto già un anno fa quando 7 conducenti vennero licenziati per aver sfruttato finte malattie dei figli: all'epoca furono i medici a sbugiardare i finti certificati, affermando di non averli mai firmati.

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