Arrestato l'imprenditore romano e presidente della Reggina Luca Gallo: accusato di autoriciclaggio e evasione Iva

La Guardia di Finanza ha proceduto al sequestro preventivo di beni per un valore pari a 11.437.340 euro e delle quote sociali di 17 società

Luca Gallo
Luca Gallo
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Maggio 2022, 20:35

Il presidente della Reggina Luca Gallo, imprenditore romano di 52 anni, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Roma. I reati ipotizzati nei confronti dell'imprenditore - che oltre ad essere presidente del club che milita in serie B opera nel settore dei servizi di sostegno alle imprese per la gestione e la fornitura del personale - sono autoriciclaggio e omesso versamento dell'Iva.

Leggi anche > «Auguri Sofia»: il giallo dello striscione prima di Roma-Leicester

Un fiume di denaro, circa 15 milioni, che Gallo, avrebbe reinvestito per diventare il presidente della squadra calabrese che non è coinvolta nell'inchiesta. Nei suoi confronti il gip di Roma, su richiesta della Procura, ha emesso oggi una ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari. Ad eseguire la misura i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza che hanno proceduto anche ad un decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente, di beni per un valore pari a 11.437.340 euro e delle quote sociali di 17 società.

L'arresto dell'imprenditore, di origini calabresi ma nato nel quartiere della Capitale di Primavalle, arriva al termine di una attività di indagine che le Fiamme Gialle hanno svolto sulle società del gruppo «M&G», holding che fa capo a Gallo.

Nei suoi confronti viene contestata una attività di somministrazione fraudolenta di personale a migliaia di imprese dislocate su tutto il territorio nazionale ricorrendo allo schema del fittizio appalto di servizi, nonché «il ricorso a un meccanismo di autofinanziamento dell'attività d'impresa attraverso il sistematico omesso versamento delle imposte e dei contributi relativi ai lavoratori dipendenti», è detto nelle carte dell'indagine.

Gli accertamenti della Guardia di Finanza, coordinata dai procuratori aggiunti Giovanni Conzo e Stefano Pesci, hanno riguardato i flussi finanziari tra le numerose società facenti capo a Gallo, il cui «core business» è rappresentato dalla somministrazione di manodopera, in particolare dalla fornitura e gestione di personale messo a disposizione di imprese terze che operano in vari settori: dalla ristorazione ai servizi alberghieri, dalla pulizia alle attività di logistica e facchinaggio. Un piccolo impero composto da 1.700 dipendenti.

Nel 2021 l'imprenditore era stato già oggetto di un sequestro preventivo di beni per quasi 7 milioni di euro. Dall'attività di indagine sono emersi gravi elementi indiziari in ordine al sistematico «reimpiego» delle somme evase che hanno consentito a Gallo la scalata al club granata. Su questo punto, per assicurare nell'immediato la gestione delle società sottoposte a sequestro, tuttora operative, e dei flussi economici è stato nominato dal Giudice per le indagini preliminari un amministratore giudiziario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA