Ecco il nuovo Acquario di Roma, ma i pesci ancora non ci sono

Ecco il nuovo Acquario di Roma, ma i pesci ancora non ci sono
di Alessandro Di Liegro
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Lunedì 2 Luglio 2018, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 16:43

Il 2 luglio è un giorno da iscrivere a grandi lettere nella decennale vicenda dell'Acquario di Roma: «Sono finalmente terminati i cantieri e possiamo passare all'allestimento dell'area commerciale», dice il presidente di Acquario di Roma Marco Staderini, alla stampa intervenuta al pre-opening, anteprima della serata di presentazione ufficiale, alla quale sono stati invitati i principali rappresentanti delle Istituzioni (“Chiederò al Ministro Bonisoli di intervenire con il sovraintendente per eliminare un vincolo che non permette di chiudere l'ingresso – dice a margine Staderini – quando piove le scale di marmo sono pericolose”).
 

 


L'acquario c'è (o quasi) ma mancano ancora i pesci. Le novità, a qualche settimana da quella visita, sono negli allestimenti luminosi di Arsenale23, con fontane e giochi d'acqua, proiezioni – come nell'area eventi da 3mila metri quadri, in cui sembra di camminare a filo d'acqua, con tartarughe, altri anfibi e pesci proiettati sul pavimento – con l'area commerciale che, in effetti, è al 90% pronta all'apertura, nonostante gli stessi responsabili della struttura proseguino nell'attendismo, riguardo la certezza di un'apertura al pubblico: «Lo diremo nei prossimi giorni – dice Staderini – quando i tecnici di Marlin avranno fatto il sopralluogo alla struttura dell'acquario e daranno il via al riempimento delle vasche con l'acqua».
 


Operazione già avvenuta un paio di anni addietro, ma che necessità di un nuovo controllo per determinare l'opportunità o meno di ulteriori aggiustamenti. Dopo un paio di mesi di ambientamento dei pesci, obbligatorio prima di mostrare l'area Sea Life al pubblico ecco che, finalmente, l'Acquario di Roma può essere aperto al pubblico: «Pensiamo di aprire per la fine di quest'anno - commenta Staderini – ma nei prossimi giorni, dopo il sopralluogo, daremo una comunicazione al riguardo». Saranno 50 le specie, tutte provenienti dal Mediterraneo, che animeranno il Sea Life che, nei sogni di Domenico Ricciardi, presidente di Mare Nostrum, dovranno diventare una sorta di monito per i 3 milioni di visitatori previsti dai previsionali: «Questo non è un divertimentificio. Abbiamo collaborato con i principali enti di ricerca per avere un acquario all'avanguardia, un modello da studiare per sensibilizzare i visitatori sulla difesa del nostro mare». Fino a quel momento, e a partire da settembre, la struttura sarà aperta a inviti, per eventi privati, ed è già prenotata per il prossimo 6 giugno per un congresso di ingegneri, nell'area eventi.

Si può presumibilmente dire che dall'inizio del 2019 circa 7mila metri quadri, dei 18mila complessivi, saranno visitabili dal pubblico, compresa l'area espositiva dell'acquario virtuale (con pesci robot ideati dal Campus Biomedico di Roma che potranno essere usati come avatar in app). Mancano gli altri 10mila metri quadri dell'area expo, quella dedicata più approfonditamente all'edutainment con attività in Realtà Virtuale e Aumentata ma che, a oggi, è ancora un cantiere aperto, inagibile, così come l'Auditorium da 400 posti: «Lì manca solo l'allestimento, ci vuole poco a terminarlo - dice Staderini – lo utilizzeremo per delle lectio ed eventi con Piero e Alberto Angela». La scadenza ultima per il termine dei lavori è giugno 2019, quando scadrà la convenzione con Eur Spa, alla quale è previsto una retrocessione del 5% degli incassi dal 2019, e la restituzione dell'opera a partire dal 2048, quando l'acquario diventerà di proprietà di Eur Spa.

In dieci anni sono stati spesi 120 milioni di euro, senza alcun fondo pubblico, per una struttura di 18mila metri quadri che: «ha messo a valore il fondo di un lago artificale - ribadisce orgogliosamente Domenico Ricciardi – abbiamo ancora un debito di 10 milioni nei confronti dei fornitori che risolveremo prossimamente».
E i ritardi? «Sono stati causati dal cambio della normativa imposta dopo i terremoti. Abbiamo dovuto rifare tutto daccapo, le banche hanno chiusi i finanziamenti e quindi c'è stato il blocco dei pagamenti anche dei fornitori. Ma ora è tutto a posto» conclude Staderini.

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