Negozi senza Green pass, ok per ottici e benzinai. Certificato obbligatorio dal tabaccaio

In arrivo il Dpcm che escluderà negozi alimentari e supermercati dalla stretta

Negozi senza Green pass, ok per ottici e benzinai. Certificato obbligatorio dal tabaccaio
Negozi senza Green pass, ok per ottici e benzinai. Certificato obbligatorio dal tabaccaio
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Lunedì 17 Gennaio 2022, 18:58 - Ultimo aggiornamento: 19 Gennaio, 09:00

Profumi e balocchi, servirà il Green pass. E sarà obbligatorio anche per comprare le sigarette. Esentate invece le farmacie, le parafarmacie e tutti i negozi  che vendono dispositivi medici come gli ottici. Infine, niente certificazione verde per fare benzina, acquistare legna e pellet e per comprare il giornale (questo vale per tutte le edicole all’aperto). Non serve il pass per i mercati. Sono queste le scelte, fatte al termine di una lunga trattativa tra i vari Ministeri, che saranno inserite nel Dpcm in arrivo in queste ore.

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Promemoria. Il primo passaggio che va a rafforzare le limitazioni nei confronti di chi non è vaccinato avverrà giovedì: per andare dalla parrucchiera, dal barbiere o dall’estetista sarà necessario il Green pass semplice, quello che si può ottenere anche con il test antigenico negativo (ma in quel caso ha una durata di 48 ore). Il primo febbraio però c’è la svolta più importante: scatta l’obbligo anche in banca, alle poste e nei negozi. Ecco, alla voce commercio si attende un altro Dpcm che vada a elencare quali siano le attività esentate dalla richiesta della certificazione verde. Fino a ieri sera c’è stato il confronto, anche tra i tecnici, per chiarire questo dettaglio, visto che vi sono alcune situazioni in cui è assai complicato chiedere e soprattutto verificare il Green pass.

Nel Dpcm che ha previsto questo obbligo, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l’8 gennaio, si legge che la certificazione verde è richiesta nei «pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari, in attività commerciali, fatte salve quelle necessarie per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona, individuate con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato su proposta del Ministro della salute, d’intesa con i Ministri dell’economia e delle finanze, della Giustizia, dello Sviluppo economico e della Pubblica amministrazione, entro quindici giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione».

Dunque, le attività commerciali che non devono richiedere il Green pass sono quelle che rispondono alle «esigenze essenziali e primarie delle persone», ma si tratta di una definizione sfuggente, che può essere interpretata in tanti modi.

Per questo il decreto indica un termine - 15 giorni - per chiarire. E ora il governo deve correre per evitare che questo tempo scada, tenendo conto anche che i titolari dei vari esercizi si devono organizzare.

 

Nei giorni scorsi dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, c’era stata una spinta ad ampliare il più possibile la lista delle attività esentate, mentre al contrario altri come il ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno chiesto una maggiore prudenza, per non annacquare il provvedimento, in sintonia con il ministro Renato Brunetta (Pubblica amministrazione).

Ieri il Ministero dello Sviluppo economico ha chiesto attenzione per situazione emergenziali, come un piccolo comune in cui non è semplice eseguire un test antigenico.Ma quali sono dunque la attività che vanno verso l’esenzione? Al di là del commercio, non sarà chiesto il Green pass per andare dal medico, dal veterinario, in questura o alla caserma dei carabinieri per presentare una denuncia, in tribunale come testimone. E il commercio? Prima di tutto, sono esentati i negozi di generi alimentari e i supermercati. Lo stesso ovviamente vale anche per farmacie e parafarmacie e ovunque si vendano dispositivi medici. Niente Green pass per edicole (all’aperto) e per i benzinai. Respinta invece la richiesta del Ministero dello Sviluppo economico di esentare librerie e negozi di giocattoli.

20 GENNAIO Parrucchiere e barbiere, serve il certificato

Il Green pass base sarà obbligatorio da giovedì anche per i clienti delle attività che assicurano servizi alla persona. In particolare, si parla di barbieri, parrucchieri ed estetisti. Si legge nel testo del decreto che era stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale l’8 gennaio: «Fino al 31 marzo 2022, è consentito esclusivamente ai soggetti in possesso di una delle certificazioni verdi Covid-19, di cui all’articolo 9, comma 2, l’accesso ai servizi alla persona». Di quale tipo di certificazione verde si sta parlando? Di quella base, che si può ottenere non solo con la vaccinazione o con il superamento dell’infezione, ma anche con l’esecuzione di un test antigenico (o molecolare) con risultato negativo. Dal primo febbraio la durata dei Green pass da vaccino o guarigione sarà di sei mesi, mentre resta invariata quella da test antigenico: quarantott’ore. Di fatto un No vax per andare dal barbiere deve, ogni volta, sottoporsi al tampone. 

I° FEBBRAIO Poste e banca, si entra con il Pass semplice

Dal primo febbraio sarà richiesto il Green pass per base anche pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari e per le attività commerciali. Sul nodo dei pubblici uffici però sono state fatte delle precisazioni. Chi deve presentarsi in tribunale come testimone sarà esentato dall’obbligo di mostrare la certificazione verde. Stesso discorso per chi deve andare a presentare una denuncia. Il Dpcm spiega anche che il Green pass base è richiesto per «colloqui visivi in presenza con i detenuti e gli internati, all’interno degli istituti penitenziari per adulti e minori». Per le banche e gli uffici postali ora dovrà essere organizzato un servizio di controllo dei Green pass, facendo attenzione che queste non causi assembramenti. Per quanto riguarda le attività sanitarie, in linea di massima non ci saranno cambiamenti rispetto alla situazione attuale. 

I° FEBBRAIO Limitazioni per i mercati al chiuso

Quali sono le attività commerciali che non dovranno richiedere il Green pass? Il decreto pubblicato in Gazzetta ufficiale l’8 gennaio dice che «entro 15 giorni» un nuovo provvedimento stilerà l’elenco. Prima di tutto, vengono esclusi negozi o supermercati che vendono generi alimentari. Stesso discorso per le farmacie, ma anche tutte le strutture che vendano dispositivi medici, come ad esempio gli ottici. Per quanto riguarda i mercati, la linea è di escludere gli stand allestiti all’aperto e non all’interno di strutture chiuse. Questa regola vale anche per le edicole che vendono i giornali: la stragrande maggioranza si affaccia all’aperto, con il clienti che non entra in una struttura chiusa, dunque il Green pass non serve. Chi invece sta al chiuso deve richiederlo. Non ci sono eccezioni - serve la certificazione verde - per le tabaccherie e i negozi di giocattoli. 

15 FEBBRAIO Solo i vaccinati sopra i 50 anni possono lavorare

L’obbligo vaccinale per chi ha compiuto 50 anni è già in vigore dall’8 gennaio. Dal primo febbraio però saranno inviate le sanzioni dall’Agenzia delle Entrate: 100 euro una tantum. Ma la data più importante è quella del 15 febbraio quando il Green pass rafforzato (quindi solo da vaccino o da superamento dell’infezione) sarà obbligatorio nel posto di lavoro per tutti gli over 50. Cosa succederà a chi si presenterà senza? Prima di tutto ci sarà una multa che può arrivare anche a 1.500 euro, ma il datore di lavoro, che è tenuto a svolgere le verifica, dovrà sospendere il dipendente senza Green pass rafforzato. Durante il periodo di sospensione, il soggetto non perderà il posto, ma potrà essere sostituito e comunque non riceverà lo stipendio. Negli ultimi giorni c’è stato un incremento dei non vaccinati che sono andati a ricevere la prima dose. Tra gli over 50 siamo nell’ordine dei 15mila al giorno.

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