L'ad di Webuild Pietro Salini non si toglie mai gli occhiali scuri: forse perché il sole picchia duro, forse perché è davvero emozionato mentre percorre, per la prima volta, il ponte di Genova. L'ha fatto stamani in auto, assieme a un gruppo dei suoi 'ragazzì. Al volante Nicola Meistro, Ad di PerGenova, il consorzio Webuild-Fincantieri che ha realizzato l'opera. Meistro ha guidato piano: prima la lunga galleria poi all'improvviso il ponte. L'auto rallenta, fa lo slalom tra i mezzi dei tecnici che ancora lavorano sul cemento della soletta, Poi, una volta arrivati a metà, Meistro ha fermato l'auto e Salini è sceso. Se l'è guardato tutto nella sua lunghezza, 1.036 metri di acciaio e cemento. Ha camminato con le mani in tasca per 500 metri, poi è tornato indietro. Chi era con lui ha detto: «Era contento. Di più: era felice».
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«Sono orgoglioso. Sono soddisfatto e sono orgoglioso», dice Salini, e aggiunge una frase che la dice lunga su quanto abbia contato questa opera nel suo modo di essere imprenditore: «Sono orgoglioso di questi ragazzi e di queste ragazze che hanno fatto questa cosa con le mani». «Lo guardi, eccolo lì - dietro le lenti scure ripercorre con gli occhi la linea del ponte che splende al sole - Abbiamo cominciato meno di un anno fa e ora sta lì. L'abbiamo fatto, sta lì. Abbiamo rispettato tutto, l'abbiamo fatto in piena legalità, non c'è stato un infortunio». Il giorno dell'inaugurazione , quando verrà tagliato il nastro di un'opera così importante, ci saranno tutti. Forse anche il Presidente Sergio Mattarella, senz'altro il governo, soprattutto il commissario straordinario Marco Bucci e il governatore Toti la cui determinazione nell'ottenere il rispetto dei tempi di consegna di un'opera così vitale per Genova e per il Nord Ovest in generale è conosciuta da tutti.
E poi c'è il 'caso collaudò e a sollevarlo è proprio Marco Bucci: «abbiamo urgenza di sapere a chi dobbiamo consegnare il ponte e chi si dovrà occupare del collaudo finale - ha detto -. Ô un passaggio obbligato per aprire il ponte, mentre il collaudo statico e tutti gli altri collaudi li faremo noi. Se non arriveranno risposte - ha concluso -, ho già detto che siamo pronti a risalire il Tevere in barca». Il messaggio al Governo è chiaro: è necessario spicciarsi a decidere sulle convenzioni autostradali. Perché il ponte di Genova, sia esso un monito per la memoria o l'esempio di un 'modus faciendì che non ha precedenti in Italia, un simbolo di rinascita o la dimostrazione del bisogno di bellezza è, ormai, praticamente pronto.
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