No vax tra spot, integratori e gadget: il business delle fake news

Dagli Usa all’Europa, la mega rete che produce (e vende) prodotti anti-scienza

No vax tra spot, integratori e gadget: il business delle fake news. L'inchiesta del Messaggero
No vax tra spot, integratori e gadget: il business delle fake news. L'inchiesta del Messaggero
di Giuseppe Scarpa
5 Minuti di Lettura
Domenica 6 Febbraio 2022, 01:01 - Ultimo aggiornamento: 12:53

Il grande business No vax è preceduto da un castello di fake news. I soldi che girano attorno al movimento, a livello mondiale, sono a nove zeri. Anche perché la fabbrica delle bugie funziona h24, il principale veicolo per scaricare bufale, vendere gadget e prodotti medici alternativi della galassia No vax è, infatti, internet. E così il web ha già incoronato i suoi predicatori che sono stati capaci di monetizzare il loro verbo. Sono stati ribattezzati la “sporca dozzina”. I 12 produttori di notizie false genererebbero, da soli, il 65% delle bufale e delle teorie del complotto sulla pandemia e sui vaccini. Hanno un seguito di 62 milioni di follower. L’associazione Center for countering digital hate ha svolto uno studio, tra gli influencer più noti c’è il dottor Joseph Mercola, che insieme alla compagna Erin Elizabeth si occuperebbe di veicolare informazioni discutibili, traducendole in più lingue. Grazie a questi numeri i No vax producono ricavi sui colossi digitali, attraverso video sponsorizzati e pubblicità, di almeno 1,1 miliardi di dollari all’anno.

I CATTIVI INFLUENCER

Tra il 1° febbraio e il 16 marzo 2021 sono stati analizzati oltre 800 mila contenuti veicolati via social network e così si è arrivati ad individuare tra i 12 i 5 più “pericolosi”. Rizza Islam ha pubblicato diversi post su Facebook (da dove è stato rimosso) contro i vaccini, rilanciati da tanti afro-americani. Sherri Tempenny è una osteopata che diffonde notizie false anche sulla sicurezza e sull’efficacia delle mascherine; Ty e Charlene Bollinger sono una coppia No vax: vendono libri e dvd sui vaccini e sul coronavirus. Sono stati tra i promotori della teoria della cospirazione organizzata da Bill Gates per impiantare microchip durante le vaccinazioni. Compare anche Robert F. Kennedy Jr, nipote dell’ex presidente americano e volto noto della compagine anti-vaccinista.

Proprio per la sua intensa attività su questi temi Instagram ne ha bannato il profilo in maniera permanente dallo scorso febbraio. Kennedy al momento è però ancora attivo su Facebook e Twitter, nonostante le richieste arrivate da più parti di sospendere la sua attività online. Guadagna anche 255 mila dollari all’anno come presidente dell’organizzazione contro i vaccini Children’s Health Defense. Joseph Mercola, invece, promuove la medicina alternativa e ha avviato online un business legato alla vendita di integratori alimentari, spacciati ultimamente come cura del Covid. La stessa Food and Drug Administration gli ha recentemente intimato di fermare l’attività.

I GADGET

Ci sono le spille a 2 dollari e 55 centesimi, raffigurato c’è il branco di pecore che va a vaccinarsi e la pecora nera che va nella direzione opposta. C’è anche la mascherina, costa 12 dollari, che raffigura una donna che fa il gesto dell’ombrello con sopra la scritta vaccinated! Ma i gadget per il popolo dei No vax sono infiniti. La maglietta a 17 dollari e 45 centesimi con la scritta: “È più pericoloso il governo o il covid?” La x indica, ovviamente, la prima opzione. Non mancano nemmeno le tazze (15 dollari e 80 centesimi) con l’immagine della pecorella che ha una siringa conficcata in testa. Poi ci sono gli adesivi (4 dollari e 20 centesimi) e le calamite (3 dollari e 70 centesimi) da “attaccare” all’automobile e al frigorifero, e ancora le felpe, i portachiavi.

I più intransigenti acquistano i cartelli da sistemare nel giardino di casa: “proprietà privata, vietato l’ingresso, niente domande sui vaccini”.

IN ITALIA

Il gran bazar della galassia No vax è il web, le principali piattaforme su cui comprare questi prodotti sono Zazzle ed Etsy. Basta però un po’ di intraprendenza, far parte di un canale giusto per poter guadagnare qualche cosa. Ad esempio in Italia, in una delle pagine più seguite di Telegram da parte della comunità che critica vaccini e green pass, con 40mila iscritti e che è collegata a un profilo Instagram con 12mila seguaci, tra i messaggi in cui si contesta il certificato verde, si invita a “combattere”, a “disobbedire” e si condividono foto e video dei cortei, sono comparsi anche degli spot promozionali. A differenza di altri gruppi, dove chi li amministra resta anonimo in questo caso il fondatore, Lorenzo, 23 anni è figlio di un’operatrice sanitaria, ci mette anche la faccia. È lui il regista del merchandising No vax. Anche qui si può trovare un po’ di tutto. Ovviamente è l’abbigliamento la merce più venduta. Ecco che con 10 euro è possibile acquistare la t-shirt, a 18 euro la felpa e a 1.50 euro a foglio anche gli adesivi dei no Green pass. I guadagni non sarebbero stellari, niente a che vedere con il volume d’affari di Joseph Mercola.

 (1-Continua)

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