Morto Arrigo Levi, il giornalista e scrittore aveva 94 anni

Morto Arrigo Levi, il giornalista e scrittore aveva 94 anni
Morto Arrigo Levi, il giornalista e scrittore aveva 94 anni
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Lunedì 24 Agosto 2020, 10:10 - Ultimo aggiornamento: 11:24

Si è spento all'età di 94 anni il giornalista e scrittore Arrigo Levi. Iniziò la sua carriera giornalistica a Buenos Aires nel 1943, dopo essere stato costretto a trasferirsi in Argentina per sfuggire alle persecuzioni delle leggi razziali. Rientrato a Modena (dove era nato il 17 luglio del 1926) dopo la Guerra, completò i suoi studi e proseguì la sua carriera giornalistica. E' stato corrispondente da Mosca per il Corriere della Sera e successivamente per Il Giorno. Dopo una parentesi in Rai, è stato inviato e quindi direttore de La Stampa. Nella sua carriera è stato anche consigliere per le relazioni esterne del Quirinale, prima con Carlo Azeglio Ciampi e successivamente con Giorgio Napolitano.

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Il giornalista, scrittore e conduttore televisivo è morto stanotte nella sua casa romana. Era tornato a casa dopo un lungo ricovero dovuto a problematiche legate all'età: in ospedale quando aveva sentito approssimarsi la fine ha cantato l'inno d'Israele e una filastrocca modenese, legata probabilmente alla sua infanzia. I funerali saranno in forma privata a Modena nei prossimi giorni.

 

Il profilo

Tra i grandi protagonisti del giornalismo italiano del secondo Novecento, Arrigo Levi è stato uno dei più validi e preparati professionisti della carta stampa e dell'informazione televisiva. A coronamento di una prestigiosa carriera, autore di ventiquattro libri, poliglotta di vasta esperienza internazionale (a lungo editorialista del «Times» e titolare di una rubrica su «Newsweek»), ha trascorso quattordici anni al Quirinale, consigliere di due presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. Levi è stato uno dei primi volti del giornalismo televisivo di qualità, con le dirette Rai sulla Guerra dei Sei giorni nel 1967 e sull'invasione sovietica della Cecoslovacchia nel 1968 per reprimere la 'primavera di Pragà. All'epoca divenne popolare sul piccolo schermo in bianco e nero anche per la caricatura che ne faceva l'imitatore Alighiero Noschese. È stato anche un innovatore, come testimonia la sua direzione della «Stampa» tra il 1973 e il '78. 

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