Whatsapp, scoperta la chat dello spaccio nel bosco della droga: era gestita da un marocchino

Gli spacciatori, tra cui un minorenne , potevano guadagnare da 1.500 a 3.000 euro al mese

E' stato individuato il capo di un clan dedito allo spaccio nel bosco della droga a Lainate, Milano
E' stato individuato il capo di un clan dedito allo spaccio nel bosco della droga a Lainate, Milano
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Martedì 26 Aprile 2022, 20:52 - Ultimo aggiornamento: 20:53

Offerte di droga via Whatsapp per mantenersi il giro di clientela. E' il piano messo in atto da un marocchino di 37 anni, M.B., che ha mandato 1400 messaggi ai suoi "fedeli", fissando l'orario e il luogo in cui scambiare "la roba". Ha cominciato questa manovra dopo la 'scissione' da un altro gruppo di narcotrafficanti. L'uomo è considerato il capo di una banda di pusher che operavano nel 'bosco della droga' di Lainate (Milano) e ora è stato condannato a 18 anni di reclusione con rito abbreviato.

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Con lui, altri tre imputati hanno scelto il rito abbreviato e sono stati condannati. Inoltre, ci sono otto complici che hanno deciso di patteggiare una pena e altri ancora, a processo con rito ordinario. Una rete di spacciatori molto rodata, con migliaia di clienti, maggiormente italiani e una precisa divisione dei compiti. M.B. riceveva la "prenotazione" e poi la diramava alla sua rete, formata da chi confezionava lo stupefacente, chi la portava in consegna al cliente nel punto stabilito e chi aveva il compito di tenere sotto sorveglianza l'area boschiva di Lainate, con armi e cani da guardia.

Gli spacciatori, tra cui un minorenne , potevano guadagnare da 1.500 a 3.000 euro al mese, a seconda dell'impegno, e gli investigatori hanno trovato anche il tariffario della droga. Un grammo di hashish costava tre euro, un ovulo 50 euro. 20 euro per un grammo d'eroina (chiamata in codice "caffè" nei messaggi Whatsapp) e 60 per altrettanto di cocaina (chiamato "latte").​

Questo è stato l'ultimo arresto di 27, che rientravano nell'inchiesta, coordinata dal pm Gianluca Prisco, del maggio del 2021. Tutto era partito nel 2016 dalla denuncia presentata da una donna che si era presentata in caserma dei carabinieri dopo essere stata bloccata nel "bosco della droga" da un gruppo di spacciatori armati di pistola e palpeggiata.

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