Tangenti, uragano su Forza Italia in Lombardia: 28 arresti. Il ruolo di Tatarella e Altitonante

Tangenti per gli appalti, 12 arresti tra Lombardia e Piemonte: coinvolti politici e funzionari pubblici
Tangenti per gli appalti, 12 arresti tra Lombardia e Piemonte: coinvolti politici e funzionari pubblici
5 Minuti di Lettura
Martedì 7 Maggio 2019, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 21:57

Un «sistema feudale» in cui il «grande burattinaio» era arrivato a farsi consegnare la «decima», ossia il 10% degli emolumenti dagli «uomini chiave» inseriti negli enti pubblici, condito da una «corruzione sistemica» per pilotare con decine di migliaia di euro nomine e appalti milionari e dalla «pratica» dei finanziamenti illeciti per «comprare favori». È lo scenario da «allarme sociale» che viene a galla dalla tentacolare inchiesta, che spazia dalle sempreverdi tangenti in Lombardia fino all'incistata presenza della 'ndrangheta e alle mire sull'area ex-Expo, che con 43 misure cautelari e l'arresto di due figure di peso di Forza Italia a Milano e in Regione ha travolto il partito di Silvio Berlusconi, ad una ventina di giorni dalle Europee».

In carcere è finito il consigliere comunale milanese e ormai ex vicecoordinatore lombardo di FI (il partito ha sospeso le cariche dei dirigenti coinvolti) Pietro Tatarella, candidato alle Europee, mentre agli arresti domiciliari il consigliere regionale Fabio Altitonante, sottosegretario all'area Expo della Regione (ora sospeso). Nella maxi inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda Alessandra Dolci e dai pm Adriano Scudieri, Luigi Furno e Silvia Bonardi, con al centro anche l'associazione per delinquere, i magistrati hanno chiesto alla Camera l'autorizzazione all'arresto del deputato FI Guido Sozzani. Ventotto le misure tra carcere e domiciliari, tra cui quella per un dirigente dell'Amsa, azienda milanese dei rifiuti, tre obblighi di dimora e 12 obblighi di firma, anche per un dirigente del Comune di Milano, e 95 indagati in tutto.

«Il Governo ha promosso l'adozione della legge spazzacorrotti e le nuove norme si stanno rivelando ben più efficaci rispetto alle norme precedenti», è stato il commento del premier Giuseppe Conte. Dalle oltre 700 pagine dell'ordinanza, eseguita dai carabinieri di Monza e dalla Gdf di Varese, è emerso che lo stesso governatore lombardo, il leghista Attilio Fontana, avrebbe ricevuto e declinato una proposta corruttiva. Non denunciò ed è parte offesa di un'ipotesi di istigazione alla corruzione, ma gli inquirenti, che anche oggi hanno ascoltato una serie di persone, stanno valutando la sua posizione e lo sentiranno a breve. «Io vado avanti corretto e trasparente come sempre sono stato, consapevole del compito difficile che mi è stato affidato con il voto popolare», ha detto il governatore lombardo. Il «burattinaio», come scrive il gip Raffaella Mascarino, di «ampi e rilevantissimi settori di amministrazione pubblica» anche «in Regione Lombardia» sarebbe stato l'ex coordinatore provinciale FI a Varese, Gioacchino Caianiello, già condannato per concussione ma che, secondo i pm, continuava a gestire il partito in quell'area.

Tatarella, invece, sarebbe stato a libro paga dell'imprenditore del settore rifiuti e bonifiche Daniele D'Alfonso (che avrebbe dato lavoro agli uomini della cosca Molluso), della Ecol-Service, da cui avrebbe ottenuto 5mila euro al mese e viaggi e in cambio l'avrebbe favorito negli appalti dell'Amsa (nell'indagine il 'servizio nevè) e l'avrebbe introdotto in altri appalti a Varese e a Novara, dove sarebbe stato attivo il parlamentare Sozzani, accusato di aver ricevuto un finanziamento illecito di 10mila euro dall'imprenditore. Finanziamenti illeciti per le Politiche e le Regionali 2018 sarebbero arrivati poi - stando all'indagine 'mensa dei poverì (così nelle intercettazioni il ristorante Berti, già emerso come ritrovo di politici in altre inchieste) - a Altitonante e Angelo Palumbo (FI) ma anche «al partito 'Fratelli d'Italià».

FONTANA PARTE OFFESA C'è anche un episodio di «istigazione alla corruzione» nei confronti del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che è parte offesa e non risulta indagato. Da quanto si è saputo, il Governatore non avrebbe denunciato l'episodio. Fontana nei giorni scorsi si sarebbe anche recato al Palagiustizia milanese probabilmente per chiarire l'episodio. L'episodio di istigazione alla corruzione nei confronti di Fontana è contestato all'ex coordinatore provinciale di Forza Italia a Varese, Gioacchino Caianiello.

«Non dico nulla, ho letto che io sono parte offesa. Quindi per rispetto della magistratura le cose che dovrò dire le dirò a loro», commenta Fontana. «Se incide sulla candidatura? Penso proprio di no - ha aggiunto Fontana uscendo dal Coni dove si è svolto un incontro sulla candidatura olimpica di Milano e Cortina ai Giochi invernali del 2026 - se c'è qualcuno che ha commesso degli errori non credo possa incidere sulla corsa olimpica».

«Sull'episodio contestato nell'ordinanza di custodia cautelare emessa oggi il governatore lombardo Attilio Fontana è parte offesa. È in corso di valutazione la posizione del governatore sull'episodio relativo all'incarico ottenuto in Regione dal suo socio di studio, Luca Marsico», ha detto il procuratore di Milano Francesco Greco.

L'inchiesta è coordinata dal Procuratore Aggiunto e responsabile della Dda Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi, Adriano Scudieri e Luigi Furno.

Delle 43 persone destinatarie del provvedimento, firmate dal gip Raffaella Massacrino, 12 sono finite in carcere, 16 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 12 con obbligo di firma. Di queste solo 9 sono accusate di associazione a delinquere. Sono duecentocinquanta i militari, tra carabinieri e finanzieri impegnati dalle prime luce dell'alba nell'esecuzione misure cautelari nelle province di Milano, Varese, Monza e Brianza, Pavia, Novara, Alessandria, Torino e Asti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA