«È stato un incidente, non le ha viste. Ora è sconvolto». A parlare è il fratello del giovane indagato per la morte di Sara El Jaafari e Hanan Nekhla, le due ragazze investite e uccise in un campo da un mezzo agricolo a San Giuliano Milanese.
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L'incidente è avvenuto venerdì mattina, alle porte di Milano. La 28enne Sara El Jaafari e la 32enne Hanan Nekhla, entrambe di origini marocchine, si trovavano nel campo di granturco in cui il giovane indagato stava lavorando.
Si attende ora l'esito dell'autopsia sui corpi di Sara e Hanan, che sarà realizzato domani a Pavia: previsti anche esami tossicologici per confermare se l'inalazione del pesticida nebulizzato sulle piante possa aver influito sulla tragedia. Sono però ancora diversi gli aspetti poco chiari della vicenda e si indaga anche sulla vita che conducevano le due ragazze: non è escluso che frequentassero il boschetto della droga di Rogoredo né che insieme a loro, al momento della tragedia, ci potesse essere qualche altra persona.
Il giovane indagato per omicidio colposo, che lavora nell'azienda di famiglia, in un primo interrogatorio ha spiegato di non aver visto le due ragazze, né di essersi accorto dell'accaduto. Il fratello ha rilasciato solo poche dichiarazioni telefoniche all'Ansa. «Non le ha viste e non poteva vederle, perché il mezzo agricolo utilizzato per spargere l'insetticida sul mais è molto alto e le piante molto fitte», spiega l'uomo.