Autonomia, tavolo a Roma per Maroni. Il 21 summit a Milano. "Tutti vogliono un accordo prima delle elezioni"

Roberto Maroni lascia Palazzo San Macuto dopo l'audizione in commissione
Roberto Maroni lascia Palazzo San Macuto dopo l'audizione in commissione
di Elisa Straini
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Giovedì 9 Novembre 2017, 23:30
Primo incontro ufficiale a Roma: è iniziato ieri il negoziato sull’autonomia fra la Lombardia e il governo, insieme anche all’Emilia Romagna. E il 21 novembre è fissata la riunione del tavolo territoriale anche a Milano. Dopo il referendum del 22 ottobre e il voto della risoluzione martedì scorso in Consiglio regionale, il governatore Roberto Maroni ha dunque portato a Roma la richiesta di maggiori competenze e risorse.

L’ex leader leghista ha prima incontrato la commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale e poi ha partecipato al primo tavolo di confronto con il governo, con il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa e il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, anche lui impegnato nella stessa partita. «Una riunione molto utile», l’ha definita Maroni. Scandendo poi le prossime tappe, con un altro incontro giovedì prossimo e poi i due tavoli territoriali, il 17 a Bologna e il 21 a Milano. Ritmi serrati dunque: «La cosa importante è che tutti hanno espresso la ferma determinazione di arrivare a un accordo prima della termine della legislatura» ha riferito. «Ci sarà da discutere, magari anche da litigare, ma siamo tutti orientato ad arrivare ad una conclusione concreta entro la fine della legislatura». E anche Bressa ha confermato che «è stata definita una prima road map, stabilendo di limitare il confronto ad un numero limitato di materie e di consegnare alla prossima legislatura un primo accordo quadro».

«L’intenzione – ha anche detto - è quella di dare ai territori coinvolti un segnale concreto di interesse del governo, sebbene la sede del confronto rimanga il Dipartimento per gli Affari regionali».
Con l’avvio della trattativa, «Lombardia ed Emilia Romagna - ha sottolineato il sottosegretario - si fanno carico di una grande assunzione di responsabilità: quella di dimostrare di essere capaci di gestire meglio dello Stato le funzioni per le quali tratterranno le risorse».
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