La Lombardia e il Piemonte chiudono tutto: Fontana e Cirio firmano ordinanze fino al 15 aprile. Ecco cosa resterà aperto

Piazza Duomo a Milano deserta
Piazza Duomo a Milano deserta
di Ernesto De Franceschi
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Sabato 21 Marzo 2020, 20:18 - Ultimo aggiornamento: 21:22

La Lombardia e il Piemonte chiudono tutto per coronavirus. La nuova ordinanza firmata dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana «entra in vigore domani e produce effetto - salvo diverse disposizioni legate all'evoluzione della situazione epidemiologica - fino al 15 aprile». È quanto si legge in una nota della Regione diffusa in prima serata. A ruota è arrivata anche l'ordinanza simile del governatore piemontese, Alberto Cirio.

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"Regione Lombardia, d’accordo con i sindaci del nostro territorio, con le associazioni di categoria e con le parti sociali, ha deciso di emanare un’ordinanza con la quale vengono disposte nuove stringenti limitazioni per contrastare la diffusione del Coronavirus".

Lo comunica il presidente della Regione, Attilio Fontana, dopo un confronto avuto oggi in videoconferenza con i sindaci dei capoluoghi della Lombardia, il presidente dell'ANCI Lombardia e dell'UPL e i rappresentanti del Tavolo del Patto per lo Sviluppo.

L'ORDINANZA DELLA LOMBARDIA

L’ordinanza entra in vigore domani e produce effetto - salvo diverse disposizioni legate all’evoluzione della situazione epidemiologica - fino al 15 aprile. La competenza sulla chiusura delle attività produttive é del Governo ma i rappresentanti delle associazioni di impresa hanno garantito che fin dalle prossime ore chiederanno ai propri associati di sospendere comunque tutte quelle produzioni che non fanno parte delle filiere ‘essenziali’.

 

 

"Una decisione - prosegue Fontana - dettata dal serrato confronto con le nostre autorità sanitarie che ci impongono di agire nel minor tempo possibile. La situazione non migliora anzi, continua a peggiorare. Non so più come dirlo: solo con l’estrema limitazione dei contatti interpersonali possiamo cercare di invertire questa tendenza". L’atto del presidente Fontana amplia le decisioni del Governo con ulteriori interventi tra i quali si segnalano: il divieto di assembramento nei luoghi pubblici - fatto salvo il distanziamento (droplet) - e conseguente ammenda fino a 5mila euro; la sospensione dell'attività degli Uffici Pubblici, fatta salva l'erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità; la sospensione delle attività artigianali non legate alle emergenze o alle filiere essenziali; la sospensione di tutti i mercati settimanali scoperti; la sospensione delle attività inerenti ai servizi alla persona; la chiusura delle attività degli studi professionali salvo quelle relative ai servizi indifferibili e urgenti o sottoposti a termini di scadenza; la chiusura di tutte le strutture ricettive ad esclusione di quelle legate alla gestione dell’emergenza. Gli ospiti già presenti nella struttura dovranno lasciarla entro le 72 ore successive all’entrata in vigore dell’ordinanza; il fermo delle attività nei cantieri edili. Sono esclusi dai divieti quelli legati alle attività di ristrutturazione sanitarie e ospedaliere ed emergenziali, oltre quelli stradali, autostradali e ferroviari; la chiusura dei distributori automatici cosiddetti 'h24' che distribuiscono bevande e alimenti confezionati; il divieto di praticare sport e attività motorie svolte all'aperto, anche singolarmente. Restano aperte le edicole, le farmacie, le parafarmacie ma deve essere in ogni caso garantita la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Ai supermercati, alle farmacie, nei luoghi di lavoro, a partire dalle strutture sanitarie e ospedaliere, si raccomanda a cura del gestore/titolare di provvedere alla rilevazione della temperatura corporea. Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale, valgono le prescrizioni su distanziamento degli utenti contenute nelle due ordinanze regionali già in vigore. Resta affidata ai sindaci la valutazione di ampliare ulteriormente le disposizioni restrittive in base alle rispettive esigenze.

ANCHE IL PIEMONTE CHIUDE TUTTO
Stretta sui mercati, chiusi uffici pubblici e studi professionali, stop agli spostamenti verso le seconde case. Sono alcune delle ulteriore misure finalizzate a contrastare il diffondersi del coronavirus decise oggi dalla Regione Piemonte. Il presidente, Alberto Cirio, nel pomeriggio, ha riunito in videoconferenza tutti i sindaci dei comuni capoluogo, i presidenti delle Province e i rappresentanti di Anci, Anpci, Upi, Uncem e Ali (Lagautonomie) al fine di valutare e condividere i contenuti della nuova ordinanza che sarà operativa da domani e in vigore fino al 3 aprile. Il documento è stato elaborato lavorando tutta la giornata in sinergia anche con la Regione Lombardia, al fine di prevedere misure il più possibile omogenee vista la contiguità territoriale. «Chiudiamo tutto quello che è possibile chiudere in base ai poteri di cui dispongono le Regioni - spiega Cirio - questa è la più grande emergenza affrontata dal dopoguerra ad oggi. Sappiamo che stiamo chiedendo un grande sforzo a ogni cittadino, ma vi prego di comprendere che è la scelta giusta. La nostra libertà è un bene, ma la nostra vita lo è di più. Vi prego, proteggetela restando a casa».

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