Giro di vite a Milano sul rispetto delle regole anti-Covid. In particolare sull’uso delle mascherine, obbligatorie anche all’aperto da oggi, e al divieto di assembramento. L’aumento della curva dei contagi e la necessità di contenere una possibile seconda ondata, temuta dagli infettivologi, impone più severità.
PATTUGLIAMENTI Ieri, il Comitato provinciale per sicurezza, coordinato dal prefetto, ha deciso «una rimodulazione e un’intensificazione dei controlli a Milano e provincia da parte di forze dell’ordine e polizia locale».
MULTE «L’attività di controllo delle forze dell’ordine, non si è mai interrotta dall’inizio dell’emergenza», precisa il prefetto Renato Saccone. La movida è sorvegliata speciale, ma si alzerà la guardia anche sui luoghi di lavoro e sulle attività commerciali. Dal 4 maggio ad oggi, il Nucleo territoriale ispettivo, coordinato dalla Prefettura, ha effettuato 1.707 controlli: per 78 aziende sono emerse violazioni. La polizia locale, invece, si è occupata di verificare il rispetto delle norme nei negozi: a oggi le multe hanno interessato 2 parrucchieri, 5 fra bar, pub, ristoranti, 2 circoli privati e 1 centro benessere. E ieri il prefetto ha disposto per 10 esercizi commerciali, irrispettosi della normativa anti-Covid, la chiusura per la durata di 5 giorni.
LA PAURA Il sindaco Giuseppe Sala, ieri, nel consueto video social rivolto ai milanesi è tornato sull’emergenza sanitaria, ammettendo di temere il virus. «Io lo dico con franchezza, io ho paura del Covid», ha confessato. Ha poi spiegato: «Non è una paura paralizzante perché sono un uomo nato nel ventesimo secolo sono abituato ad affrontare razionalmente le difficoltà. Ma è innegabile che ho paura e non mi sognerei mai di dire che non bisogna averne». Lunedì, prima della firma del decreto del governo, aveva già lanciato un appello ai milanesi a indossare la mascherina.