Svuotati bar e negozi, il Covid blocca Milano. «Affari giù del 50% rispetto al 2019»

Svuotati bar e negozi, il Covid blocca Milano. «Affari giù del 50% rispetto al 2019»
Svuotati bar e negozi, il Covid blocca Milano. «Affari giù del 50% rispetto al 2019»
di Simona Romanò
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 08:21

 I banconi dei bar, anche quelli centralissimi in Galleria e intorno a piazza Duomo, sono semideserti. E la prudenza vince spesso sulla voglia del caffè al volo per una pausa durante la giornata oppure dell’aperitivo prima di cena. Senza contare che chi non ha il super Green pass non può più entrare nei locali, nemmeno per consumare in piedi. E ancora, la pausa pranzo nelle tavole calde è, di fatto, crollata per il ritorno dello smart working per tanti lavoratori. I negozi e ristoranti, anche di sera, hanno tanti tavoli vuoti. «Stiamo registrando un calo del lavoro e del fatturato  di circa il 50% rispetto al pre-pandemia», lamenta Fabio Acampora vicepresidente dell’Associazione dei pubblici esercizi di Milano (Epam), titolare di otto locali. «Da Sant’Ambrogio è iniziata una frenata, che era accettabile, ma che ha continuato ad aumentare di intensità fino a oggi che siamo quasi fermi».

QUARANTENA MILANO La città sembra abbia scelto di mettersi in lockdown: i mezzi pubblici, per dire, stanno viaggiando con nemmeno il 50% di passeggeri (nell’ultimo un mese calo del 26%), nonostante le scuole abbiamo riaperto da giorni. «E i consumi sono a picco», denuncia anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. «A causa dell’Omicron le imprese rischiano una nuova e profonda crisi. Cali di fatturato e problemi di personale sono le criticità più evidenti». La quarta ondata sta fermando Milano con un esercito di contagiati e quarantenati chiusi in casa.

Anche il telelavoro non aiuta e i turisti, sia stranieri che italiani, sono in frenata. Anche chi è arrivato a Milano per la settimana della moda l’ha trovata molto “vivibile”. E poi c’è quella fetta di popolazione, soprattutto formata da cittadini non più giovani, che preferisce adottare la massima prudenza per paura del virus e, nonostante le vaccinazioni, esce di casa solo per le faccende indispensabili. I milanesi hanno dunque rallentato il ritmo mano a mano che la curva Covid accelerava. 

SOS LOCALI «I ristoratori sono  purtroppo tornati in una situazione fortemente critica che speravano di essersi lasciati alle spalle, dopo che il 20% di locali ha già chiuso per sempre nel 2021 perché non sono riusciti a sopravvivere alla pandemia -  dichiara Acampora - Si lavora con più o meno la metà dei coperti e sono tante le disdette che riceviamo ogni sera».  Prospettive? «CredO dovremo attendere il calo drastico dei contagi per rivedere la fiducia nei consumatori. Ci vorrà ancora tutto il mese di febbraio prima di uno spiraglio. Attendiamo, in pratica, il tempo più mite». I prezzi di una cena sono aumentati? «No, sarebbe controproducente perché allontanerebbe ancor di più i clienti: siamo ancora in emergenza e non ha senso ritoccare i listini, anche se pesa l’aumento dei costi delle materie prime e delle bollette».

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