Milano, così i vigili facevano sparire soldi e droga sequestrati ai pusher

Milano, così i vigili facevano sparire soldi e droga sequestrati ai pusher
di Salvatore Garzillo
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Mercoledì 14 Aprile 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:15

«I soldi non si toccano. Non è solo il codice penale che lo impone, è proprio la legge dell’antidroga». Un vecchio investigatore commenta così la notizia dell’arresto di 4 agenti che fino a qualche mese fa erano in servizio al nucleo contrasto stupefacenti della polizia locale. L’accusa del gip Guido Salvini è di aver rubato droga e soldi ai pusher nel corso di perquisizioni per poi usarli come merce di scambio con le fonti o, nel caso dei contanti, per propri interessi.

Devono rispondere di peculato, abuso d’ufficio, falso ideologico e materiale commessi dal pubblico ufficiale, ma la procura ha concesso gli arresti domiciliari per Sebastiano Di Paolo (di 49 anni), Maurizio Regazzola (49), Andrea Colombo (38), Andrea Dastoli (46). Per altri 3 colleghi inizialmente indagati il gip ha respinto la richiesta del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e del pm Elio Ramondini. Le indagini della squadra mobile sono iniziate dopo un servizio della “iena” Luigi Pelazza, che aveva raccolto la testimonianza di un ex pusher usato come fonte dai vigili ma diventato a sua volta vittima degli abusi. Gli episodi contestati sono tre: in via Coppin il 7 ottobre 2020 e in via Gola 27 il primo e il 6 ottobre 2020.

La vicenda più ingarbugliata è quella di via Coppin 3, dove la squadra aveva perquisito casa di una famiglia di presunti spacciatori (madre, padre e figlio 23enne), tutti compatti nel denunciare il furto di alcune migliaia di euro.

Nell’appartamento c’era anche la fidanzata del ragazzo, che agli agenti della Mobile ha confermato il racconto della famiglia. «Ho visto la mia borsetta nera aperta e all’interno mancava il mio portafoglio, nel quale c’erano i risparmi di Antonio (il suo ragazzo, ndr) e della sua famiglia, ovvero 10mila euro, in banconote da 50 euro. Antonio ha fatto notare all’agente che era con noi, il pelato (Regazzola, ndr), che gli mancavano dei soldi, che erano i suoi risparmi e che eventualmente poteva richiedere il dissequestro avendo dedotto che quei soldi li avevano presi gli agenti. L’agente pelato ha risposto qualcosa del genere “se li dichiari sì”».

Secondo le testimonianze, al momento dell’arrivo dei vigili in casa c’erano 13.070 euro, ma sul verbale di sequestro sono 8200. Antonio, al quale verrà poi contestata la detenzione di circa 6 grammi di hashish, «ha dichiarato al vigile pelato la quantità di denaro che mancava (...) Il vigile pelato (sempre Regazzola, ndr), molto irritato, ha replicato: “potrai mai avere tu 10mila euro che hai vent’anni, non li ho io che ne ho 50. Cosa vai a richiedere i 10mila, 8mila euro? Ci sono quelli che perdono 100mila euro e stanno muti».

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