Questa volta il Professore non rimane dietro le quinte a muovere i fili di colpi machiavellici, ma impugna anche lui la pistola ed entra in banca. Con lui, Helsinki. Tokyo rimane fuori, in auto, con il motore acceso, pronta a sgommare via. Il colpo va a segno, il bottino è ingente: 320mila euro.
Non hanno tute rosse né maschere di Dalì, solo banali cappucci, quando il 22 settembre assaltano la filiale della Bper di via delle Forze Armate, a Milano, quartiere Baggio. Ma impiegati e clienti, presi in ostaggio per mezz’ora - in attesa dell’apertura temporizzata delle casse del bancomat - li sentono chiaramente chiamarsi così: Professore e Helsinki. Come i protagonisti della celeberrima serie spagnola trasmessa da Netflix, “La casa di carta”. Un’accortezza per non usare i loro veri nomi. Ma le analogie con la destrezza dei banditi della fiction finisce qui.
Li ha presi la squadra mobile di Torino. Rosario Caccamese è il Professore, forse un titolo onorifico per l’età: ha 73 anni. Helsinki è Giuseppe Marotta, 43 anni. Solo i domiciliari per Tokyo, E.S., 53 anni. Sono tutti torinesi, tutti pluripregiudicati. E probabilmente appassionati di serie tv. L’Antirapine ha preso Caccamese a casa: sotto una piastrella del pavimento nascondeva 56mila euro. Marotta-Helsinki invece era già dentro per un’altra rapina fatta sempre a Milano, il 2 novembre in via Salvo d’Acquisto. Qui il Professore non c’era, e guarda caso il colpo è andato male: Marotta è stato arrestato in flagranza insieme a un altro complice, C.C., 47 anni, e a Tokyo.