Traffico di rifiuti dietro i roghi nella "Terra dei fuochi" lombarda: sei in manette

Traffico di rifiuti dietro i roghi nella "Terra dei fuochi" lombarda: sei in manette
di Salvatore Garzillo
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Venerdì 12 Ottobre 2018, 06:00
La terra dei fuochi stavolta è al nord, in un paesino di meno di tremila abitanti in provincia di Pavia. Era a Corteolona e Genzone il grande capannone incendiato il 3 gennaio scorso dopo essere stato trasformato dal pregiudicato 40enne Riccardo Minerba in centro di stoccaggio illegale di rifiuti. Una volta esaurito lo spazio, ha ordinato a due complici di distruggerlo con la benzina.

Il compito era stato affidato a due pregiudicati, il romeno 42enne Stefan Daniele Miere e il 50enne Vincenzo Divino. Quest’ultimo, la notte del rogo che aveva intossicati gli abitanti di un’area vasta chilometri, inviò a Minerba un messaggio in codice per confermare la buona riuscita della missione: «La torta è pronta, ho sparso liquore in diversi punti, soprattutto al centro. Domani puoi andare a ritirarla». Sono alcuni degli scenari svelati dall’indagine dei carabinieri forestali del gruppo di Milano e Pavia e della compagnia di Stradella, che ieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Milano nei confronti di 5 italiani e del romeno per incendio doloso, gestione illecita di rifiuti, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. Gli investigatori sono riusciti a individuare tutta la filiera, dai titolari di aziende di rifiuti legali che si affidavano a Minerba, passando per i trasportatori che scaricavano montagne di rifiuti a Corteolona. Si stima che in pochi mesi l’organizzazione abbia smaltito almeno settemila tonnellate in quell’area, guadagnando un milione e 100mila euro, con un mancato incasso per la Regione di 70mila euro.

Le indagini sono iniziate a fine novembre 2017 partendo da uno strano viavai di camion carichi di rifiuti che scaricavano all’interno di un capannone abbandonato da tempo a Corteolona e affittato pochi giorni prima da Minerba.
I carabinieri hanno monitorato gli ingressi e sono riusciti a risalire alle aziende di Milano e hinterland che si affidavano al pregiudicato per lo smaltimento (“Ecogroup srl” di Settimo Milanese e la “Corsico Rottami srl” di Corsico). L’attività si è interrotta a fine dicembre, il 3 gennaio hanno distrutto tutto con il fuoco. Non è stato l’unico incendio di questo tipo nel nord Italia, per questo gli investigatori stanno lavorando per accertare un collegamento tra vari episodi con la stessa modalità.
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