Nelle scuole di Milano già 250 piccoli profughi

Nelle scuole di Milano già 250 piccoli profughi
di Simona Romanò
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Venerdì 25 Marzo 2022, 06:00

Per i bimbi ucraini, che sono dovuti fuggire dalle bombe, lasciare la propria casa e la propria vita, la ripresa la scuola è un primo, piccolo tentativo di ritorno alla normalità. Per ritrovare un po’ di serenità, insieme ai coetanei. Nelle scuole della Lombardia sono stati inseriti 1.348 studenti-rifugiati (più della metà alle primarie): 251 sono a Milano, ovvero il 19% del totale. Nella Città Metropolitana sono coinvolti oltre 330 istituti, già pronti ad aprire le loro porte ai nuovi arrivati.

BIMBI IN CLASSE. Alcuni hanno già iniziato a frequentare, altri lo faranno nei prossimi giorni, appena terminate le pratiche per l’iscrizione. I numeri delle richieste d’inserimento scolastico sono comunque destinati a crescere rapidamente, basti dire che in quarantotto ore c’è stato un aumento del 50%. Quindi, è solo l’inizio di un lungo lavoro di accoglienza, «visto che il 44% dei profughi arrivati finora a Milano e provincia, circa cinquemila, e in Lombardia undicimila, sono minorenni», ha spiegato Laura Stampini la referente del provveditorato. Moltissimi piccoli sono scappati con le loro mamme, le nonne e le sorelle maggiori, mentre i papà sono rimasti in Ucraina. Per il sindaco Giuseppe Sala  «aver già inserito nelle classi i bambini è il segno che, sul fronte dell’ospitalità, Milano sta lavorando bene, perché la scuola è una priorità, uno dei capitoli fondamentali dell’accoglimento».

ASILI E NIDI. C’è chi si rivolge direttamente agli istituti per chiedere i moduli per le iscrizioni, chi al Comune e chi manda e-mail all’Ufficio scolastico territoriale (usp.mi@istruzione.it).

La maggior parte delle domande interessa ragazzi dai 6 anni in su, ma Palazzo Marino è pronto a dare un banco anche ai più piccoli, negli asili e nei nidi. E, visto che nelle strutture pubbliche ci sono sempre lunghe liste d’attesa, le scuole d’infanzia cattoliche della Diocesi assicurano «1.686 posti in 350 materne».

L’OSTACOLO DELLA LINGUA. «Benvenuto» e «benvenuta». «Questa è la tua classe, come ti chiami?». Parole e frasi semplici. Ma un allievo ucraino, appena giunto a Milano, all’improvviso e per motivi drammatici, non capisce nulla. Entra in aula con lo scoglio di una lingua da imparare grazie ai mediatori linguistici. Tuttavia, «il percorso di inserimento non sarà tanto concentrato sull’apprendimento in senso stretto», dicono dal provveditorato, «ma è anche molto legato alla cura delle relazioni e della socialità, così da superare il trauma che questi bambini hanno vissuto e stanno vivendo». Perché hanno fatto viaggi lunghi ed estenuanti, hanno atteso ore alla frontiera, alcuni di loro hanno già conosciuto i rifugi antiaerei, la devastazione della guerra e la paura della morte.

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