I laboratori creativi della Scala sulle ceneri dell’ex Innocenti

I laboratori creativi della Scala sulle ceneri dell’ex Innocenti
di Simona Romanò
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Giovedì 21 Ottobre 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:04

Dalla catena di montaggio per assembrare auto ai laboratori della Scala. Così l’ex complesso industriale Innocenti al Rubattino, a Lambrate, diventerà la “Magnifica Fabbrica” del Teatro alla Scala: saranno così raggruppate sedi distaccate del tempio della lirica, oggi dislocate in diverse parti della città. Ieri, è stato lanciato - con il sindaco Giuseppe Sala, il sovrintendente Dominique Meyer, gli assessori Tommaso Sacchi (Cultura) e Giancarlo Tancredi (Rigenerazione urbana) - il concorso internazionale di progettazione per la nuova cittadella periferica del Piermarini con atelier, depositi per scenografie e spazi per eventi culturali. Una nuova vita per l’ex fabbrica Innocenti, l’area che costeggia la tangenziale est, simbolo della Milano degli anni Sessanta e che ora cade a pezzi. Una «rigenerazione urbanistica e culturale» da 120 milioni di euro che farà allargare anche il Parco della Lambretta.

IL PROGETTO. L’obiettivo è «far nascere un vero e proprio polo culturale, artistico e produttivo, aperto alla città 24 ore su 24, sette giorni su sette, per offrire ai cittadini la possibilità di assistere e prendere parte alla nascita degli spettacoli», spiegano da Palazzo Marino.

Sarà poi ampliato il Parco della Lambretta e sarà recuperato il “Palazzo di Cristallo”, ovvero l’edificio che era il cuore dell’Innocenti e che ora è la testimonianza storica del passato industriale di Milano: le due testate dello stabile malridotto sono state dichiarate «di interesse culturale».

COSTI E TEMPI. L’intervento è da 120 milioni di euro: 98 milioni per gli spazi della Scala e 22 per ingrandire il parco. La prima fase del bando sarà chiusa a gennaio 2022 e l’aggiudicazione finale del progetto entro maggio.

ORGOGLIO MILANO. «Si tratta del primo grande tassello di una riqualificazione più estesa - ha spiegato Sala - Vogliamo dare nuova centralità ai quartieri-snodo tra il centro storico e la città metropolitana». «La Scala non è solo un simbolo di Milano ma anche un’istituzione che vive del contatto con i cittadini - aggiunge Meyer - vogliamo uscire dalle mura, dialogare con i quartieri, animare nuovi spazi: sono le sfide cruciali per la Scala dei prossimi anni».

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