Da aprile parte il registro delle bici: più difficile rivendere quelle rubate

Da aprile parte il registro delle bici: più difficile rivendere quelle rubate
di Simona Romanò
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Martedì 9 Marzo 2021, 06:00

Vita dura per i ladri di biciclette. Ad aprile sarà infatti attivo il registro delle bici, di cui si parla da anni: una piattaforma web, consultabile dalle forze dell’ordine, che conterrà le foto e le descrizioni delle due ruote (marca, modello, colore), i dati dei proprietari, oltre al codice di riconoscimento del mezzo.

«I test sulla piattaforma sono in corso e stanno andando bene, con l’obiettivo di essere pronti il prossimo mese» dice l’assessore alla Mobilità Marco Granelli. Un sistema di schedatura per facilitare il recupero dei veicoli rubati, scoraggiarne la ricettazione, ma soprattutto far perdere la voglia ai malintenzionati, perché le bici non sono più anonime e avranno un numero di matricola anti-furto, per cui sarebbe difficile rivendere quelle sottratte. Il fulcro del registro è la “marcatura” della bicicletta, obbligatoria per iscriversi alla piattaforma: ad effettuarla, a pagamento, è un operatore autorizzato dal Comune (ad oggi sono tre, presto saranno quattro), su un punto visibile, come il telaio o il tubo del sellino. Sono vari i metodi per marchiare, più o meno costosi, dal laser al bollino Qr, ovvero un codice a barre appiccicato con una resina.

REGISTRAZIONE. Prima di tutto bisogna avere lo Spid o un profilo per accedere al fascicolo del cittadino del Comune.

Quindi, inserire le informazioni richieste. Dopodiché si riceverà un voucher con un codice che deve essere validato da chi ha effettuato la segnatura.

FURTI. Le associazioni di ciclisti e le forze dell’ordine (dai vigili ai carabinieri) hanno stimato, incrociando le segnalazioni su Facebook e le denunce, oltre 18mila biciclette rubate nel 2019, una media di 50 al giorno, per un danno di milioni di euro. I furti (non ancora quantificati) sono sicuramente aumentati l’anno scorso, in proporzione al boom dell’uso della bici per spostarsi in sicurezza sulle strade di Milano in pandemia Covid. In ogni caso le due ruote che finiscono nelle grinfie dei manolesta sono molte di più di quelle ipotizzate dalle autorità, perché tanti milanesi non denunciano il furto, credendo che non ne valga la pena. Con il registro, però, la polizia ha un’arma in più contro i ladri.

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