Milano, i poster "senza censura" di «Sex Education scatenano la polemica politica. Fdi «Chiare allusioni falliche e vaginali»

L'attacco di Fratelli d'Italia all'amministrazione sale: «l'ipersessualizzazione non è educativa»

Milano, lo scontro elettorale passa dai poster di «Sex Education»
Milano, lo scontro elettorale passa dai poster di «Sex Education»
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Lunedì 20 Settembre 2021, 23:00

A Milano lo scontro elettorale si infiamma sui cartelloni pubblicitari di «Sex Education». Un'ostrica, una banana, un cactus, un'orchidea, delle ciliegie e il messaggio che lascia poco all'immaginazione. A Milano scoppia la polemica per i poster pubblicitari apparsi alle stazioni della metro. 

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Da venerdì la terza stagione di «Sex Education» sarà visibile su Netflix e per lanciare l'uscita della serie che racconta le avventure di Otis, studente che si trasforma nel sessuologo della scuola, Milano è stata tappezzata di poster che lasciano poco all'immaginazione

I poster stanno facendo molto discutere nel capoluogo lombardo. In pieno periodo elettorale, Fratelli d'Italia ha deciso di passare all'attacco parlando di «foto e scritte con chiare allusioni falliche e vaginali nella metropolitana di Milano. Le immagini giocano su un'ambiguità con vari frutti che alludono alle forme delle parti intime maschili e femminili» ha dichiarato Barbara Mazzali, consigliere regionale e candidata alle elezioni. «Per l’amministrazione Sala è normale tutto questo? È accettabile che simili poster siano sotto gli occhi di tutti, bambini e ragazzini compresi? L’educazione sessuale deve essere in capo alla famiglia», ha sottolineato l'esponente di Fratelli d'Italia. 

«La ipersessualizzazione non è educativa ma crea confusione nei giovanissimi -continua la Mazzali -. Poi va a finire che, con questi tipi di educazione, le malattie sessualmente trasmissibili in Europa sono in aumento e, per di più, concentrate proprio in questi Paesi che su questo tipo di educazione sessuale hanno puntato di più. Il che dovrebbe sollevare qualche allarme o almeno qualche riflessione. L’amministrazione Sala non controlla i manifesti che vengono affissi? E, se sì, li trova adatti a un pubblico anche di bambini? Questa - ha concluso la consigliera regionale - non è la Milano che vogliamo».

Alla polemica ha voluto partecipare anche Lorenzo Lipparini, candidato capolista di La Milano Radicale alle prossime comunali e assessore alla partecipazione, cittadinanza attiva e open data di palazzo Marino. «Oggi è il 20 settembre, 151esimo anniversario della breccia di Porta Pia e occasione per commemorare la laicità delle istituzioni. Ma mentre tutti i dati ci dicono che c'è ancora molto da fare per garantire una reale applicazione delle leggi dello Stato in materia di salute riproduttiva e accesso alla interruzione volontaria di gravidanza, assistiamo a quotidiani attacchi di chi vorrebbe portare la nostra società indietro di un paio di secoli», ha dichiarato in una nota scritta. 

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