Comunali a Milano, Gianluca Corrado: «Noi Cinquestelle mai con Sala, la sua è una città per ricchi»

Comunali a Milano, Gianluca Corrado: «Noi Cinquestelle mai con Sala, la sua è una città per ricchi»
di Simona Romanò
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Lunedì 11 Gennaio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 09:06

Gianluca Corrado, capogruppo in Comune del M5S, nel 2016 candidato sindaco per i pentastellati, fa il punto delle Comunali 2021. Fra programma, candidati, alleanze. Proprio sulle intese il sindaco Giuseppe Sala, pronto al bis, nell’intervista a Leggo ha dichiarato che «i rapporti con il M5S sono buoni, ci si confronta con rispetto, sono stato tra i primi a guardare al loro mondo con interesse».

Corrado, cosa ne pensa?

«Sala, in alcune occasioni, si è dimostrato disponibile, ma pochi mesi fa ci ha insultato definendoci incompetenti.

Detto ciò, credo che abbia parlato senza un fondamento. Gli fa comodo apparire bendisposto, ma non lo è».

È possibile un avvicinamento al Pd?

«A livello milanese, io lo escludo categoricamente».

Perché a Milano non si riesce a replicare il modello del governo giallorosso?

«L’alleanza nazionale andava fatta. Perché in una democrazia parlamentare bisogna creare dei governi di coalizione nei quali si trovano degli equilibri per l’interesse del Paese. Ma a Milano il discorso si capovolge».

Dunque?

«Un’alleanza o un ammiccamento con il Pd recherebbe solo un danno ai Cinque Stelle: i nostri elettori si sentirebbero traditi, perché noi da cinque anni combattiamo le decisioni della giunta Sala, dall’urbanistica al verde, alle case popolari».

Come vi state preparando alle Comunali?

«Il gruppo milanese vuole correre con un proprio candidato, scelto con la piattaforma Rousseau. Entro fine gennaio chiederò l’avvio delle votazioni on-line, per avere il nome a febbraio».

Se i vertici le chiedessero di ricandidarsi senza Rousseau?

«Sono disponibile, ma vorrei essere legittimato».

Cosa pensa della ricandidatura di Sala?

«Non regge. Si è ricandidato solo perché non gli hanno proposto altri incarichi. E ha fallito come sindaco, perché abbiamo una città per ricchi: senza un reddito alto non sopravvivi. È drammatico».

Cosa trova drammatico?

«Le periferie abbandonate, peggio di cinque anni fa; e il sistema del welfare, per cui nel 2020 sono stati destinati 560 milioni ma non sono tutelati i deboli, infatti, sempre più padri di famiglia non arrivano a fine mese e per tante famiglie “normali” affittare una casa ha dei costi insostenibili».

I vostri obiettivi?

«Una nuova visione dell’ambiente e della mobilità, perché Milano deve essere più sostenibile, a maggior ragione adesso, con la tragedia del Covid, occorre una spinta ulteriore per migliorare la salute: una delle proposte è trasformare Area C in una Ztl per gli elettrici. Sul fronte dell’urbanistica, dimezzare le volumetrie commerciali e di edilizia residenziale per ricavare polmoni verdi nel cuore di Milano; poi, costruire almeno 25mila alloggi popolari, tutelando le fragilità di coloro che ci vivono».

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