«Con più tavolini in strada assembramenti inevitabili»: l'allarme dei residenti nelle zone della movida

«Con più tavolini in strada assembramenti inevitabili»: l'allarme dei residenti nelle zone della movida
di Simona Romanò
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Lunedì 11 Maggio 2020, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 08:21

«Abbiamo paura che i quartieri della movida diventino dei focolai di contagio dopo la riapertura di bar, pub e ristoranti». Una data che si sta avvicinando, il 18 maggio o il primo giugno. E lanciano già l’allarme Gabriella Valassina del comitato Navigli e tutti i rappresentanti dei residenti dei luoghi caldi del divertimento, dall’Arco della Pace al Lazzaretto, ai piedi di Porta Venezia. Il caso è esploso dopo le trasgressioni, giovedì scorso alla Darsena, di ragazzi che hanno assaltato i chioschi di birra d’asporto. Si è infuriato il sindaco Giuseppe Sala, che ha dispiegato uno stuolo di vigili.

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«Prima non dormivamo per gli schiamazzi, ora non dormiamo per il terrore che i locali ci porteranno a vivere in un contesto di pericolo sanitario – spiega Valassina - attirando la marea del popolo della notte con conseguenze per l’intera città». Anche se è da vedere quanti e soprattutto con che spirito – di buonsenso o meno - si getteranno nella mischia durante le serate mondane. Di certo, il Comune vuole aumentare lo spazio per i tavolini all’aperto, con licenze lampo, senza i vincoli della soprintendenza e azzerando la tassa del suolo pubblico. Così da garantire la distanza di sicurezza anti virus di due metri fra i clienti seduti. «Un’ipotesi molto pericolosa - attacca Valassina – già ora ci sono assembramenti di milanesi a passeggio, perché le aree della movida attraggono». «Con l’estensione dei plateatici sarà un disastro – aggiunge – perché diminuirebbe lo spazio di passaggio dei pedoni, che non devono essere schiacciati gli uni agli altri. E si avranno gruppi di persone troppo vicino le abitazioni, con il rischio, per noi è quasi certezza, che si formino affollamenti fuori controllo e vietati, perché insidiosi per l’epidemia».

Gli abitanti temono «di essere costretti a barricarsi in casa, non potendo passeggiare in sicurezza o portare fuori il cane». La paura è anche quella che insieme alla movida tornino le pessime abitudine dell’epoca pre-Covid, assembramenti, schiamazzi e rifiuti. Sul piede di guerra anche Franco Spirito, presidente di ProArcoSempione, che ha inviato una lettera al sindaco: «Prima i dehor ospitavano 1200 persone in 100 metri. Ora, nella Fase 2, lieviteranno i posti a sedere con più problemi di ragazzi ubriachi che creeranno occasioni di contagio». Maurice Spier del Comitato del Lazzaretto contesta la pedonalizzazione di via Lecco, «perché è pensata proprio per concedere spazio ai tavolini». E attacca: «Se i nostri diritti verranno lesi da comportamenti impropri ne chiederemo conto ai responsabili». Per Valassina, «ci aspetta un’estate di sacrifici per tutti, che significa limiti alla movida, così come non ci saranno le spiagge affollate».

E chiede «un protocollo di sicurezza, che comprenda la sanificazione anche degli spazi all’aperto, la gestione dei flussi di persone, percorsi obbligati fino ai locali».

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