Lucchetti, catene e occupazioni, gli studenti alzano il tiro

Lucchetti, catene e occupazioni, gli studenti alzano il tiro
di Giovanni Migone
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Martedì 19 Gennaio 2021, 06:00

Il blitz scatta intorno alle 2 di notte. L’obiettivo è l’Ufficio scolastico regionale di via Polesine, che viene tappezzato di cartelli con la scritta “Chiuso per incompetenza” e i cui cancelli vengono chiusi con catene e lucchetti.

Il raid porta la firma del Comitato in Difesa della Scuola, che su Facebook commenta: «Vi chiudiamo fuori come voi avete chiuso fuori noi». È solo l’ultima azione che gli studenti milanesi delle superiori hanno messo in pratica per protestare contro la Dad. Settimana scorsa, il liceo classico Manzoni aveva dato il via a un susseguirsi di occupazioni: all’istituto di via Orazio, avevano fatto seguito il Tito Livio, il Severi-Correnti e il Volta. Ieri è stato il turno del Parini di via Goito, dove 40 studenti hanno occupato le aule del primo piano per fare lezione a distanza con computer e tablet. Come già era avvenuto al Severi, anche qui molti dei ragazzi si sono già sottoposti a tampone, mentre gli altri lo hanno fatto nel pomeriggio, con l’aiuto.

«Troppo spesso ormai le istituzioni ci hanno preso in giro, rimandando il ritorno in presenza e non prendendo provvedimenti sufficienti per garantire un ritorno in sicurezza.

Vogliamo una scuola in presenza e in sicurezza anche in zona rossa» hanno affermato i ragazzi. Il preside Massimo Nunzio Barrella ha deciso di rimanere nell’istituto per tutelare la sicurezza dei ragazzi: «C’è un problema di natura psicologica ancora prima che di didattica, c’è un’esasperazione che i ragazzi hanno raggiunto per mancanza di relazioni. Se si impunteranno e vorranno rimanere qua la notte, valuterò se rimanere anche io nella scuola». Si mobilitano anche gli studenti del Carducci di via Beroldo, con un sit-in davanti al liceo. Con la regia del comitato Priorità alla Scuola, la protesta ha coinvolto anche le scuole medie, dal momento che la zona rossa impone la Dad anche agli studenti di seconda e terza. Ieri mattina, alcuni ragazzi e genitori hanno appoggiato simbolicamente gli zaini davanti ai cancelli delle scuole Cardarelli e Porta, mentre a diversi balconi della città sono apparsi striscioni con la scritta “Questa casa non è una scuola”.

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