Moratti: «La metà dei lombardi è vaccinata». Ieri boom di dosi al Palazzo delle Scintille: 13 mila

Un centro vaccinale
Un centro vaccinale
di Simona Romanò
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Venerdì 23 Luglio 2021, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 11:17

Un lombardo su due ha ricevuto entrambe le dosi anti-Covid. Un traguardo «significativo per contenere il virus», dicono dalla Regione.

LA CARICA DEI 5 MILIONI «Sono 5 milioni i cittadini che hanno completato il ciclo vaccinale, il 50% della popolazione, il 71% di quella vaccinabile, mentre continua il buon andamento delle prenotazioni: più 29mila». Sono i dati illustrati dal vicepresidente e assessore regionale al Welfare, Letizia Moratti, precisando il boom «di 13mila somministrazioni a Palazzo delle Scintille», dove le iniezioni, ieri, sono continuate fino alle 22. Nei prossimi giorni l’hub è pronto ad accogliere, senza prenotazione, anche gli over 60 e tutto il personale scolastico non ancora immunizzato per una maratona di vaccinazioni, alla luce della variante Delta che corre.

CONTAGI Ieri il tasso di positività è rimasto stabile all’1,5% (come la giornata precedente). A fronte di 33.547 tamponi processati i nuovi contagiati sono stati 513, di cui 89 a Milano (154 il giorno prima). Stabili le rianimazioni con 28 pazienti, ma sono lievemente aumentati i ricoverati (+ 3) negli altri reparti (in tutto 135).

E un decesso contro i 4 del giorno prima.

RIFORMA SANITARIA Intanto, ancora in fase di pandemia la giunta regionale ha approvato, ieri, la proposta targata Moratti per la riforma della legge sanitaria. «La nostra attenzione - ha spiegato l’assessore - va alla cura della persona, rafforzando l’attività territoriale. L’obiettivo è accompagnarla nella prevenzione, nella cura e nella riabilitazione. Ciò deve avvenire in un percorso senza vuoti». I pilastri sono «il rafforzamento della medicina territoriale e l’avvicinamento di prestazioni al territorio a favore dei cittadini, per evitare che ci sia un accesso inappropriato ed eccessivo negli ospedali», ha poi sottolineato il governatore Attilio Fontana. «Fondamentale sarà la collaborazione dei medici di famiglia», ha aggiunto. «Ci saranno 216 case della comunità, 100 distretti e 64 ospedali di comunità, che saranno il punto di riferimento della nuova medicina territoriale rinforzata». Ora il confronto in consiglio regionale.

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